“La plastica è meravigliosa, una delle migliori invenzioni del secolo. Peccato che sia destinata a finire.” Un tecnico, un esperto così si esprimeva con noi, pochi anni fa. Forse oggi ha cambiato idea, sull’onda dei “grossi” cambiamenti di coscienza (o apparenti tali), o sull’onda della (benvenuta!) moda dell’ecologia.
A Boston, l’uso dei sacchetti di carta è ormai vecchio di circa dieci anni, e così -seppure in tempi diversi- la carta ha fatto il suo rientro a New York, Parigi, Neuchatel, Berlino.
Per chi arriva dalla Svizzera a Milano -al di là dei luoghi comuni- lo shock è grosso, per non parlare di chi sbarca direttamente a Napoli o Roma dopo una notturna in treno.
Una volta poteva anche essere accettabile vedere tanta spazzatura, ma oggi no: troppa plastica e troppi elementi non degradabili (non consumabili).
II Ministro dell’Ecologia Biondi, asseriva: “Non vogliamo frenare l’industria e tornare all’Arcadia“. Francamente pensiamo che un’Arcadia moderna, fatta di tecnologia veramente morbida e veramente pulita, sia -invece- assai desiderabile. E ci meraviglia che il Best-Seller Americano del prof. Schumacher “Small is Beautiful” (Piccolo é Bello) in Italia non abbia avuto il successo che meritava. Tutti sanno che -per fare alcuni esempi- il talco, il vino, l’acqua, il latte conservati nella plastica perdono il loro originario sapore e odore; e hanno pure durata limitata.