Negli anni ’70, alcuni studi socio/bellici proclamavano che nel mondo vi erano 101 guerre.
Nei primi anni 2000 si leggeva che venivano invece registrate nel numero di 50.
La domanda -al tempo- sorse immediata: se le industrie belliche si sono moltiplicate, con floridi bilanci, come è possibile che le guerre siano addirittura dimezzate?
Ed ecco che oggi, 2018, diverse fonti giornalistiche (alcune anonime, altre no) svelano che i Paesi toccati o impegnati in maggiori o minori scontri a fuoco, sono più di 70.
Pur considerando quest’ultimo un numero di tutto rispetto e di massima minaccia, rimaniamo purtroppo del parere che se erano 101 nel decennio ’70, è praticamente impossibile che OGGI siano meno di 100.
Infatti si parla di combattimenti fomentati dalle grandi industrie belliche che vengono mantenute grazie all’azione continua di circa 800 milizie, gruppi, nonché da guerre civili, intestine. A nessuno conviene che scoppi una vera e propria terza guerra mondiale: sarebbe tragicamente e immediatamente nefasta per l’intero Pianeta. Molto più profittevole avere tanti “piccoli” conflitti: danno meno nell’occhio, sono connotati dalla suddivisione tra filo-governativi e “ribelli”, che in realtà potrebbero essere individuati come eroi contrastanti il tiranno/dittatore di turno. Ma una simile definizione significherebbe una tacca negativa per gli armindustriali. E gli stessi giornali e giornalisti dovrebbero schierarsi e venir tacciati di partigianeria, da una o dall’altra parte.
Sempre anni ’70, nella sola Italia si spendevano 3 miliardi al giorno per le spese militari: in totale 1700 miliardi annui, corrispondenti circa a 15 miliardi di Euro, calcolati e rivalutati. Esisteva ancora il servizio militare obbligatorio, con relativi equipaggiamenti, caserme, armamenti, esercitazioni regolate da assurdi e stolidi regolamenti che prevedevano (e prevedono) cannoneggiamenti sul fianco di una montagna (alla faccia delle case, degli animali e delle zone boschive. Ne sa qualcosa la Sardegna, il Tarvisiano, la Valle Santa nell’Aretino e decine, decine di altri siti della Penisola.
Nell’anno 2017, pur cancellata la spesa per la leva obbligatoria, le spese militari italiane sono state di 24.295 MILIARDI di EURO, vale a dire quasi 50.000 MILIARDI delle VECCHIE LIRE.