“Da qualche ora, stava seduto al suo tavolino del bistrot. La gente si sgranava entrando allegramente, mentre fuori una fitta pioggerellina scendeva in forma nebbiosa. Antoine li osservava, quasi divertito: partecipava del loro scrollarsi i pensieri della giornata, del loro assaporare, del loro bere. Fuori, qualche povero chiedeva spiccioli per mettere insieme un panino o due da mettere tra i denti superstiti. C’era chi passava indifferente, chi neppure si accorgeva, ma c’era chi si fermava a voler condividere un pezzetto di cena.
Alzare la testa, per Antoine, significava cambiare il mondo, come un pittore che guarda il paesaggio per rafforzare l’immagine della tavolozza, affinché si avvicini il più possibile alla realtà, magari per aggiungere un messaggio di verità.
Da qualche ora, stava seduto al suo tavolino del bistrot. Lo conoscevano tutti: molti, per nome. Altrimenti, inequivocabilmente, veniva identificato come “Il Professore”. Infine, si alzò, vestì il soprabito, svuotò definitivamente nel piattino il vecchio portamonete. E si avviò nella sera, verso la notte, dipingendo il suo sorriso sulla tela nera…. …..definitivamente….