NUTRIZIONE CEREALIANA

NUTRIZIONE CEREALIANA

Non risulta fondata l’affermazione secondo cui i cereali sono carenti di alcuni aminoacidi essenziali.

Gli aminoacidi essenziali sono così denominati, poiché sono essenziali all’organismo umano. Tuttavia non possono essere sintetizzati organicamente nel corpo e vanno in esso introdotti con il cibo. Essi formano delle catene a cui ciascuno di essi è indispensabile, insostituibile, a discapito altrimenti della trasformazione degli altri aminoacidi in proteine.

Abbiamo già conosciuto precedentemente (il riferimento è ad incontri e seminari di studio – n.d.R.) quali e quanti sono gli aminoacidi essenziali e riportiamo qui una esauriente tabella.

L’aminoacido essenziale che più dà preoccupazioni allo studioso  moderno è la lisina, di cui ogni cereale sarebbe sprovvisto.

AI contrario, abbiamo visto che esso compare sufficientemente nel riso bruno, semi-integrale da alimentazione. Fonti autorevoli – così come indicano erroneamente la carenza della lisina– denunciano le seguenti deficienze:

treonina e isoleucina nel frumento e nell’orzo;

metionina e treonina nel riso e nella avena;

triptofano nel mais;

metionina, triptofano, fenilalanina nel sorgo;

fenilalanina e isoleucina nella segale.

Naturalmente, vale sempre la legge per le analisi riferentisi a tali cereali: valgono solo per i grani esaminati. Tale carenza è tipica del metodo analitico, che sacrifica il tutto per la parte: ogni cereale, così come ogni essere umano è un individuo unico.

Ma, oltre agli studi cui ci siamo dedicati in passato, esaminiamo anche i dati della tabella qui allegata.

Da questa tabella complessiva, potete facilmente vedere che non solo i cereali integrali non sono carenti, ma hanno addirittura elevatissime quantità di aminoacidi, superiori rispetto a taluni cibi animali.

Alcuni particolari che fanno riflettere sul valore delle analisi: vi è variazione nei risultati di uno stesso metodo analitico, sia esso cromatografico, microbiologico o calorimetrico, o a seconda di qualsiasi metodo seguito.

Addirittura, talvolta, un metodo non consente la valutazione di un aminoacido, mentre ciò avviene con altro metodo. È il caso del triptofano, importantissimo generatore cellulare. È altrettanto semplice pensare che di fronte a tale metodologia analitica stanno invece esseri che sono la «sintesi», il prodotto di tutti gli esseri precedenti, che hanno vissuto prima. E che hanno mangiato, per secoli, cereali integrali, soddisfacendo le proprie necessità biologiche, come milioni di persone fanno a tutt’oggi.

E vivono benissimo.

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Contenuto di aminoacidi nei cibi, a cura della FAO; tabella nota sin dal 1968.

I dati riportati sono stati ottenuti con metodo microbiologico e con metodo colorimetrico.

I risultati delle analisi dei cereali differiscono da quelli dei prodotti animali, anche in  ciò: questi ultimi presentano dei minimi e dei massimi, al contrario dei cereali

Questo è in definitiva un segno di squilibrio dell’alimento animale, giacché una parte edibile sarà completamente differente rispetto ad un’altra parte della medesima fonte. Cosa che non avviene nel cibo cerealiano, integrale, totale, complessivamente armonico.

Un aminoacido di qualità animale, differisce da un aminoacido di qualità vegetale avente lo stesso nome. Infatti la qualità animale mal si adatta al corpo umano, mentre la qualità vegetale provoca una benefica attività di trasmutazione e quindi una longevità cellulare e “sapienza biologica”, data l’armonia della “operazione” e la completa assenza di stagnazioni, tipiche dell’alimentazione animale (a causa di macromolecole e messaggio genetico animale).

A. W. Grassani

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