LE PETIZIONI SONO EFFICACI

LE PETIZIONI SONO
EFFICACI

C&A si impegna ad utilizzare solo viscosa proveniente da produzioni rispettose dell’ambiente. Ad oggi abbiamo firmato la petizione per fare pressioni su vari giganti della moda in oltre 300.000 persone. Il nostro lavoro ha funzionato (soprattutto i messaggi pubblicati direttamente sulla pagina Facebook dell’azienda) e ci ha fatto arrivare alla Direzione di C&A.

C&A ha aderito a una tabella di marcia per il cambiamento e ha assicurato che seguirà le raccomandazioni per una produzione di viscosa rispettosa dell’ambiente. [1, 2] Si sono persino impegnati sui i social media a raggiungere questi obiettivi entro il 2020. Ecco la loro risposta (in inglese):

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Questo è un successo che si somma ai casi di H&M, Zara, Marks & Spencers e Tesco, che grazie alla nostra campagna, hanno già preso pubblicamente degli impegni.

Ecco come combattiamo, passo dopo passo, l’impatto ambientale della produzione di viscosa inquinante. La viscosa rappresenta un rischio per la salute dei lavoratori e degli abitanti delle zone intorno agli stabilimenti inquinanti. Questi stabilimenti potrebbero causare danni incommensurabili all’ambiente e alle comunità locali. Dovrebbe essere scontato che nessun produttore fabbrichi capi di abbigliamento che comportano conseguenze di questo tipo.

Il Governo della Regione di Bruxelles-Capitale, in Belgio, ha citato in giudizio la Commissione europea per aver prorogato la licenza del glifosato, il diserbante tossico. Vogliamo partecipare a questa causa come movimento dei cittadini [3] e con i nostri partner abbiamo nominato un avvocato. [4] Il nostro avvocato sta cominciando a preparare tutta la documentazione necessaria. Ecco un’unione di forze rara da trovare altrove: i cittadini europei sosterranno la Regione di Bruxelles-Capitale nella sua lotta.

Tutto questo è possibile solo perché in molti abbiamo risposto all’appello, all’invito a donare, quattro settimane fa.

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La prima pagina della Corte di Giustizia Europea che registra il caso aperto dalla Regione di Bruxelles contro il prolungamento della licenza al Glifosato.

Le prossime elezioni del Parlamento europeo sono ormai alle porte. Possono sembrare lontane, ma se vogliamo contribuire a contrastare l’avanzata dell’estrema destra in Europa e lottare per un’agricoltura sostenibile in cui possiamo credere tutti, dobbiamo iniziare a prepararci fin d’ora.

Stiamo discutendo con le organizzazioni con cui collaboriamo sull’approccio che vogliamo adottare in autunno per fare la nostra parte nel sottrarre potere all’estrema destra in Europa e impegnarci verso un’agricoltura più sostenibile che non si basi sulle preferenze di Monsanto e Bayer. Perché pensiamo che queste due questioni siano determinanti per il futuro dell’Europa?

Stiamo assistendo in prima persona alla fragilità che può caratterizzare un’istituzione come l’Unione europea. Per anni l’estrema destra europea ha perseguito l’obiettivo di indebolire l’Unione e riportare la logica degli stati-nazione al centro della politica europea. Ora è al governo in Austria, Italia, Ungheria, Polonia e oltre. Questi governi estremisti di destra stanno cercando di fare leva sulle migrazioni per disintegrare l’Unione: ironicamente, proprio immigrazione e asilo sono le tematiche che richiedono soluzioni a livello europeo.

La politica agricola comune (PAC) promuove un’agricoltura industriale basata su pesticidi e monocolture, con troppe sovvenzioni distribuite in maniera iniqua. Quali sono state le conseguenze? Negli ultimi 30 anni è scomparso il 75% degli insetti volanti [5], e anche gli uccelli che se ne nutrono stanno diminuendo costantemente. [6]

Quando abbiamo saputo che mezzo miliardo di euro dei fondi dell’Unione europea sarebbero stati destinati al settore bellico per la ricerca su nuove armi, siamo entrati in allarme. Insieme ai nostri partner, abbiamo provato, negli ultimi due anni, a mettere tutti i paletti possibili:

143.328 cittadini da tutta Europa hanno chiesto che il denaro venisse speso per risoluzioni pacifiche dei conflitti, piuttosto che finanziando nuove armi, come i robot killer.

Più di 4000 tra di noi hanno partecipato al processo di consultazione online della Commissione europea. Abbiamo dato risonanza alla questione.

Gli attivisti del nostro partner, l’European Network Against Arms Trade (ENAAT), e di WeMove hanno incontrato lo staff del Commissario per gli Affari esteri dell’Ue, Federica Mogherini; inoltre si è tenuto un incontro con i deputati europei incaricati prima del voto preliminare in Commissione all’inizio di quest’anno.

Prima della votazione finale in plenaria, i deputati hanno ricevuto una lettera aperta con le nostre ragioni.

WeMove con i partner alla consegna della petizione al Parlamento Ue.

Sfortunatamente, la maggioranza del Parlamento ha deciso di investire il denaro in armi, invece di cercare e concepire soluzioni civili ai conflitti. La decisione dimostra la potenza dell’industria delle armi e dei loro lobbisti nel convincere l’Ue a investire più denaro nella morte e nella distruzione, e non a risolvere problemi comuni che riguardano tutti noi in tutto il mondo. Anche se non abbiamo ottenuto ciò che speravamo con questa campagna, stiamo pensando a come procedere per portare avanti la nostra battaglia.

Il nuovo Regolamento Generale sulla Protezione dei dati (GDPR) è certamente una delle leggi dell’Ue che accogliamo con favore. Grazie ad essa, i nostri dati sono protetti meglio in tutta Europa e l’Ue si è affermata come leader mondiale nella protezione dei dati personali dei cittadini. Ma secondo la nuova normativa, dobbiamo fornire informazioni solo a chi ha espressamente confermato di volerle ricevere.

Il nostro team tecnico ha controllato con attenzione tutti i dati in nostro possesso e ha confermato che stavamo già seguendo le migliori pratiche in materia di protezione dei dati. Quello che ci mancava era il consenso esplicito da parte di alcuni membri della nostra comunità: per questo abbiamo scritto loro e in molti hanno dato il consenso per essere contattati per le nostre campagne. Se da un lato oltre 200.000 persone che facevano parte del nostro movimento non hanno confermato il loro consenso ad essere contattati, quanti di noi sono rimasti, sono attivi e impegnati. Oggi la nostra comunità conta 712.027 cittadini europei, raddoppiamo i nostri sforzi per continuare a far crescere il nostro movimento per aumentare la forza del nostro impatto!

Eccoci alla fine di questo lungo resoconto, grazie mille del tuo interesse. Siamo onorati che tu sia dei nostri! Il nostro movimento dei cittadini si basa sull’impegno costante e determinato di molte persone. Ogni firma contribuisce al cambiamento e ogni donazione ci sostiene per continuare a costruire insieme il nostro movimento dei cittadini.

Riferimenti

[1] http://sustainability.c-and-a.com/sustainable-products/sustainable-materials/other-raw-materials/preferred-man-made-cellulosics/

[2] http://changingmarkets.org/wp-content/uploads/2018/03/Roadmap-towards-responsible-viscose-and-modal-fibre-manufacturing.pdf

[3] La Regione di Bruxelles-capitale ha presentato un esposto presso la Corte di giustizia europea contro la decisione Ue di prorogare la licenza per il glifosato. Secondo loro la valutazione scientifica della sostanza chimica era inadeguata e influenzata dall’industria dei pesticidi. Nel processo, agli studi di settore è stato dato più peso che alle analisi indipendenti. Secondo la regione di Bruxelles, i dati disponibili sono pochi e questo contravviene al “principio di precauzione”. È stato proprio sulla base di queste ipotesi che la nostra comunità ha lanciato l’iniziativa dei cittadini europei.

[4] Pesticide Action Network (PAN) Europe, SumOfUs, Health e Environment Alliance

[5 ]http://www.repubblica.it/ambiente/2017/10/20/news/abbiamo_perso_tre_quarti_degli_insetti_volanti_gli_esperti_e_un_armageddon_ecologico_-178820043/

[6] https://scienze.fanpage.it/entro-4-anni-la-popolazione-di-animali-e-vegetali-crollera-del-70-ed-e-solo-colpa-nostra/

WeMove.EU è un movimento di cittadini, che si batte per un’Europa migliore; per un’Unione europea dedicata alla giustizia sociale ed economica, la sostenibilità ambientale, e per una democrazia concretamente diretta dai cittadini. Siamo individui di diverse provenienze, con diverse storie alle nostre spalle, che considerano l’Europa la propria casa, indipendentemente da dove siamo nati. Per non ricevere più aggiornamenti da WeMove,

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