Ghetto Due – Tuti i Zudei devon abitar unidi

Ghetto Due

Nel corso del Cinquecento vennero edificate in Venezia varie sinagoghe, una per ogni gruppo di singola provenienza: la Schola Grande Tedesca in Campo di Ghetto Novo, la Schola Canton in calle Orto, la Schola Levantina in calle Ghetto Vecchio, la Schola Spagnola e Ottomana (Ponentina) pure in calle Ghetto Vecchio, e la Schola Italiana, ultima sinagoga costruita in Ghetto Novo, durante la Repubblica di Venezia.

Via via, la comunità si consolidava economicamente e culturalmente. Agli ebrei ashkenaziti il governo veneziano concesse di attuare l’esercizio della medicina e della strazzeria (tessuti) ed il mestiere di prestatori di denaro, attività creditizia che ai cristiani era impedita da motivi religiosi: si riteneva infatti contrario alla morale, il guadagnare interessi su denaro prestato. Curiosamente, ancora oggi in Italia è vietato espressamente il prestito tra privati. Non per nulla, Shakespeare ambientò nel Ghetto lagunare, la figura di Shylock, protagonista de Il Mercante di Venezia.

La comunità ebraica cresceva continuamente. La preoccupazione della città al riguardo, spinse il Senato a legiferare. Fu così stabilito che tutti gli Israeliti dovessero obbligatoriamente risiedere in un unico quartiere.


Tuti i Zudei,
che de presente se trovan abitar in diverse contrade de la città,
devon abitar unidi“.

Tuttavia, la crescita demografica e immigratoria della comunità (favorita dalla cacciata degli Ebrei prima residenti in diversi Paesi Europei), non si arrestò. Questo è il motivo della crescita verticale degli edifici da alloggiamento. Così, i palazzi per civile abitazione arrivarono ad altezza pari anche all’ottavo piano: gli unici e i più alti di Venezia. Si fu anche e persino costretti ad ampliare il Ghetto Nuovo: dopo soli 25 anni dall’apertura del Ghetto Nuovo, nel 1541 venne aggiunto il Ghetto Vecchio, concesso ai cosiddetti Ebrei Levantini, giunti dalla penisola Iberica e dall’impero Ottomano; nel1633 venne aperto il Ghetto Novissimo, una piccola area a est del Nuovo, composta solamente da due calli. Anche queste aree dovettero essere fornite di ingressi, porte e chiusure sorvegliate.
Dunque, la disseminazione di Ebrei in tutta Venezia venne -per così dire- tentativamente arginata con la creazione dei Ghetti-tutti-in-uno. Questa disseminazione era secolare e quindi -per così dire- divenuta fisiologica per l’Ebreo, essendo la diaspora iniziata diversi secoli prima di Cristo (fra l’VIII e il VI). Concretamente, si trattò della conquista dei due antichi regni ebraici e l’espulsione programmata degli schiavi ebrei dalle loro terre.

Il Regno di Israele (in ebraico מַמְלֶכֶת יִשְׂרָאֵל,, Mamlekhet Yisra’el) è talora chiamato Regno di Samaria, o Regno del Nord in contrapposizione con il Regno di Giuda, che è Regno del Sud.  Secondo l’Antico Testamento, tale Regno si formò alla morte di Salomone attorno al 933 a.C., quando le tribù ebraiche si separarono in tribù del nord e del sud. Ebbe fine nel 722 a.C., anno della conquista da parte degli Assiri e della successiva deportazione della popolazione in Mesopotamia: primo atto sostanziale di diaspora.

Il nome “Regno d’Israele” può anche essere utilizzato per indicare il precedente regno formatosi, sempre secondo l’Antico Testamento, attorno al 1030 a.C. nell’attuale Israele. Ebbe come re Saul, Davide e Salomone. Più propriamente questo regno viene indicato col nome di “Regno di Giuda e Israele”. Ebbe fine -come detto- nel 933 a.C..

 

I figli di Israele, detti anche  popolo di Israele o Israeliti) si suddividevano nelle dodici tribù di Israele.  Ciascuna si riteneva discendere da uno dei dodici figli di Giacobbe (chiamato anche Israele), e ne portava il nome. Erano dunque Tribù legate da vincoli di parentela. Questi i loro nomi ed origini:

Ruben, primogenito di Lia, il cui nome significa guarda: un figlio (maschio)! Simeone, secondogenito di Lia, significa YHWH mi ha udito.
Levi, terzo figlio di Lia. Mi si affezionerà. Infatti, Lia, sperava in un avvicinamento di Giacobbe, che però amava di più la sorella, Rachele.
Giuda, quarto figlio di Lia, detto “giovane leone“. Significa loderò YHWH
Dan, figlio di Bilhah, ancella di Rachele, che pareva non poter figliare. Significa YHWH mi ha fatto giustizia
Neftali, altro figlio di Bilhah. “Che lotta”.
Gad, figlio di Zilpah, ancella di Lia: Fortuna, buona sorte ha significato affine ai nomi Bonaventura, Felicita, Dalia, Uğur e Lykke (danese, affine a like in inglese).
Aser, secondo figlio di Zilpah: “così mi diranno felice!
Issachar, concepito da Lia in un giorno in cui Giacobbe avrebbe dovuto appartarsi con Rachele. Dio mi ha dato il mio salario, per avere io dato (precedentemente) la mia schiava a mio marito.
Zabulon, ancora di Lia: Dio mi ha fatto un bel regalo: questa volta mio marito mi preferirà, perché gli ho partorito sei figli. Dopo Zabulon, Lia ebbe anche una figlia: Dina.
Giuseppe: Dio ha tolto il mio disonore, disse Rachele.
Beniamino, secondo e ultimo figlio di Rachele. Il nome, semitico, significa figlio della mia mano destra, capo, o reggitore del Sud. Infatti, prima di morire, lei disse: Non temere!

A questa prima struttura tribale ne succedettero altre, tra cui Efraim: “fecondo, che dà frutti” e Manasse: che fa scordare”: citati come figli di Giuseppe, ma adottati da Giacobbe. Queste due tribù furono a capo del Regno di Israele, nato nella parte nord del Regno di Davide, dopo la morte di Salomone.

Ultima curiosità: la Tradizione ci dice che, quando il popolo d’Israele scese in esilio in Egitto, era in numero di 70 individui, analogamente alle 70 Nazioni del mondo; esso era -ed è- considerato possesso particolare di Dio. Il capo dei Profeti -Mosè- poté scorgerne la completezza solo quando contò 600.000 individui maschi, dai 20 ai 60 anni, corrispondenti alle 600.000 lettere ebraiche della Torah: “insegnamento” che designa il Pentateuco (primi cinque libri della Bibbia): Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio.

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