Sapere il significato di quel che diciamo, sapere che cosa stiamo dicendo, è importante. Anche neurologicamente, dà un segnale ai nostri neuroni, alle cellule tutte, dotate di una “mente”
Perciò, conoscere il senso di quel che stiamo dicendo ed i profondi significati, ha una enorme importanza. Significa che consapevolezza e conoscenza, senso e direzione della vita cominciano a fluire nel sangue, nei cromosomi. E’ un’operazione di identità e di sicurezza. Non vi è nulla di accademico, scolastico, né di culturalmente sterile, ingessato ed affettato.
Perciò -personalmente- tempo fa mi sono avviato a scrivere un libro/dizionario sulla radice delle parole E ne riporto stralci su ZoomIN’.
Ad esempio, la parola che subito mi affascinò ai tempi del ginnasio/liceo fu SCOIATTOLO.
Il suo suono fondamentale (prima radice, non semplice passaggio convenzionale di significati da una lingua ad un’altra) è SC- Il suo suono è obiettivamente cupo, buio. Era un suono che nasceva nei primi esseri che cominciavano a scolpire il linguaggio. Guardavano qualcosa di buio, una massa insondabile nella notte, o nella caverna, un che di inquietante, poco visibile e cominciavano ad articolare qualche suono non organizzato. Ne nasceva il suono SC, poi maturato nel lungo tempo: SCURO, OSCURO. LA stessa parola SCOIATTOLO ha questa radice: è il piccolo animale che si fa SCURO, si fa OMBRA con la coda, come semplice e immediato riparo dalla calura.
Questa radice è comune a molte lingue: SChirru (sardo), ESQuirol (aragonese), ESQuilo (portoghese), SChiratt (friulano), èQUireuil (francese), eSCurols (provenzale), SQuirrell (inglese).
Se andiamo a guardare, già nel greco antico SKIA’ significava OMBRA e oyrà stava per “coda” . Dunque, ancora si conferma questo farsi ombra con la coda.
Dunque eccolo, il simpatico animaletto che ci dà una chiave di lettura, per aprire una prima porta: simpatico, interessante. Trovo tutto questo… affascinante.
Ma voglio fare qualche altro passo, verso le radici dei nostri suoni. SCOIATTOLO ci porta molto più in là. Vi erano nell’antichità greca, luoghi dove ci si radunava per studiare. E così pure nell’antica India e ovunque nel mondo si volessero istruire i fanciulli. Erano talora al chiuso, talaltra all’aperto: dei portici che riparavano dal sole e dal caldo. C’era bisogno di frescura e un po’ d’ombra. E quella era la greca SKOLE’ , da cui SCUOLA, anch’essa con oSCura radice SK.
Fantastico come siamo passati dalle SCure caverne, allo SCoiattolo, alla Scuola !
Alois Walden Grassani