L’antica Foresta Bialowieza è salva !
Alcuni mesi fa, la Corte di Giustizia Europea ha stabilito che la Polonia non aveva il diritto di disboscare l’antica foresta Białowieża. La sentenza potrebbe costare a Varsavia una multa milionaria. Vediamo come e perché.
Natura 2000 Puszcza Białowieska è considerata una delle foreste meglio conservate in Europa; nel 2007 era stata eletta dalla Commissione europea “sito di importanza comunitaria”: habitat peculiari e presenza di animali e uccelli rari e da tutelare.
Tuttavia, il ministro dell’ambiente (!!! Ogni nazione ha i suoi Galletti e i suoi Matteoli… veri e propri ministri CONTRO l’Ambiente) Jan Szyzko nel 2016, ordinò la deforestazione: oltre 10mila alberi sono stati abbattuti.
La decisione era stata giustificata dalla necessità di limitare la diffusione di un insetto chiamato bostrico tipografo, o bostrico dell’abete rosso. Si tratta di un coleottero colonizzatore degli abeti rossi. Altri tipi di bostrico riguardano la vite ed altre realtà agronomiche. In condizioni di normale naturalità, il bostrico è un semplice agente di equilibrio e biodiversità.
Non così, se intervengono fenomeni che indeboliscono l’elemento arboreo: si entra in fase critica e patologica.
Vanno quindi individuate ed attuate le relative difese. Normalmente, il bostrico incomincia la sua attività in zona aprile, ma le cose possono cambiare con le siccità (situazione peggiorativa) o con le tempeste, o agenti imprevisti che possono colpire ed indebolire le piante nel loro periodo vegetativo di sviluppo. Anche il pino ha il suo parassita. Ogni albero può essere aggredito e infestato. I rimedi sembrano essere diversi. Quello più attuato è passivo: abbattere e bruciare gli elementi arborei, non appena diano segni di aggressione. L’azione fitosanitaria risulta essere più logica, ma anche più “impegnativa”: molto più facile abbattere e bruciare. In Polonia avevano scelto la prima, in Svizzera sembrano aver predisposto un rilevante budget per la “cura” anziché per l’abbattimento e l’eliminazione.
In Italia, il servizio forestale regionale di Belluno ha monitorato il fenomeno, per la conseguente attuazione di una prima lotta di tipo estensivo. Una delle tecniche consiste nel predisporre, degli alberi esca: tronchi da poco abbattuti e trattati con insetticidi di contatto, i piretroidi, tratti al piretro, oppure -come spesso accade- replicati in laboratorio. Ma si è valutata anche la possibilità di attuare una sperimentazione di lotta attiva, asportando dal bosco, con l’impiego dell’elicottero, interi nuclei di piante infette.
Con la decisione attuale, la Corte non riconosce come valida questa necessità, e anzi accusa la Polonia di non essere stata in grado di evitare che il disboscamento comportasse “effetti pregiudizievoli duraturi per l’integrità del sito interessato”, compresi “il deterioramento o la distruzione dei siti di riproduzione o delle aree di riposo” di specie di uccelli e insetti protetti.
Secondo la legislazione Ue, “se non interromperà la sua attività di disboscamento, la Polonia rischia una multa minima di oltre 4 milioni di euro”.
Ed è proprio questo il punto: la Polonia ha smesso, smette e smetterà nel suo crimine?
Redazionale. 13 Settembre 2018.