METODO DI ALLEVAMENTO IN ETICHETTA: UNA BUSSOLA PER ACQUISTI CONSAPEVOLI
I consumatori e i cittadini sono sempre più interessati alle condizioni in cui gli animali hanno vissuto, per sapere come è stato prodotto il loro cibo. Allevati in gabbia o all’aperto? Con spazio necessario a muoversi e la possibilità di esprimere i comportamenti naturali o segregati in spazi artificiali e spesso sudici?
L’industria si rende conto della difficoltà di presentare un prodotto derivante da allevamenti intensivi e usa il marketing per nascondere la sofferenza degli animali e continuare a vendere gli stessi prodotti. Così carne, latte, formaggi, yogurt vengono venduti senza dare alcuna informazione univoca sulle modalità di allevamento degli animali ma, allo stesso tempo, molto spesso le loro confezioni vengono imbellettate da messaggi allettanti, rassicuranti, a volte fuorvianti, per continuare a vendere prodotti derivanti da animali allevati in gabbia o a densità altissime.
Al contrario, l’etichettatura secondo il metodo di allevamento è ciò che ci mette in contatto con quello che viene all’inizio della filiera, con l’animale che ha prodotto il nostro cibo, con la sua vita e quella dei suoi compagni. È una bussola per i consumatori, che orienta al momento degli acquisti e facilita scelte consapevoli capaci di favorire sistemi di allevamento più rispettosi degli animali e in generale migliori condizioni di vita per loro.
Per questo chiediamo ai Ministri delle Politiche agricole e della Salute di avviare subito un processo per la definizione di un’etichettatura univoca, volontaria, specie-specifica secondo il metodo di allevamento. I cittadini hanno bisogno di azioni da parte delle istituzioni che garantiscano benessere a tutti: animali, persone e ambiente. L’etichettatura secondo il metodo di allevamento è un potentissimo strumento per chi consuma carne, latte, formaggi, yogurt per fare la differenza per gli animali. E per noi stessi.
È bene sapere:
- In Italia vengono allevati circa 620 milioni di animali ogni anno
- 565 milioni è la stima del numero di animali allevati in sistemi intensivi ogni anno in Italia
- Da quando è in vigore il Regolamento europeo (2008) la percentuale delle galline allevate in sistemi alternativi è passata dal 3,9% al 38% (fonte CE).
CIWF ITALIA