Terza “Pièces condamnées” della raccolta lirica Les Fleurs du mail (1857) del poeta, una delle poesie denunciate dalla direzione della Sicurezza Pubblica per oltraggio alla morale pubblica e offesa alla morale religiosa. Qualche anno dopo, proprio perché censurate dal giudizio severo e moralistico di un tribunale restrittivo e repressivo, Baudelaire decise di ristampare queste sei poesie condannate: ‟Pièces condamnées”, in una raccolta comprendente anche altre nuove poesie dal titolo Les Épaves de Charles Baudelaire (1866). Ancora oggi, a 148 anni dalla nascita di questo artista sconvolgente, queste sei poesie pongono la questione del rapporto tra la lingua della poesia e la lingua della pubblica e convenzionale morale, e mostrano come il dialogo tra il poeta e il lettore avvenga in quella regione dove il pensiero e l’immaginazione sono la stessa cosa: il sapere e l’esistenza respirano, insieme, nella libertà della lingua, delle sue figure, della sua musica.