Racconta di questo fenomeno (e non “problema”, come siamo abituati a sentirlo chiamare), il Dott. Pietro Bartolo, Dirigente Medico del presidio Sanitario di Lampedusa, “lampedusauro” figlio di pescatori, che si occupa ogni giorno della emergenza migranti: “ Non pensate che questo fenomeno sia il più importante del mondo: forse è il più piccolo. Me ne occupo personalmente dal primo sbarco avvenuto nel 1991. In questi anni ho guadagnato 2 record: quello di aver visitato più di 350.000 persone ed un altro, infame, di cui mi vergogno molto. E’ un primato di cui dovremmo vergognarci tutti, Italia ed Europa, e forse il mondo intero: sono il medico con più ispezioni cadaveriche del mondo. Mi dicono pure che sono bravo, sapete? (A queste parole, segue una lunga pausa di silenzio)
In tutti questi anni ho visto tante cose orribili. Quando succede qualcosa di brutto in mare, noi diciamo che c’è “o’ fuocoammare”. Un mare che per noi è tutto: vita, sostentamento, bellezza. Ora è un cimitero, un mare di morte. Un mare bellissimo e crudele. Quello che succede nel Mediterraneo, e in Libia in particolare, quella Libia che ultimamente è stata da qualcuno definita un “porto sicuro”, è qualcosa di indicibile. Quella Libia dove le donne vengono tutte violentate. Tutte. Non ha importanza se bambine, vecchie, belle o brutte: io ne ho le prove. E questo accade non per il desiderio sessuale, ma per l’umiliazione: lo fanno davanti a tutti.
Una donna era paralizzata dalla vita in giù, da sei mesi non muoveva più le gambe. L’avevano violentata, violentata, violentata. Ed era accompagnata da un bambino, il figlio, che si era preso cura di lei in quei sei mesi. E quando ho detto alla mia infermiera di lavarlo, poiché era tutto sporco e pieno di pidocchi, poco dopo lei è tornata e mi ha detto: “Dottore non è un maschietto, è una femminuccia! Guardi cosa le abbiamo trovato dentro la vagina”. Aveva un rotolo di soldi, tenuti da un elastichino. Li nascondeva dentro di sé… una bambina di 4 anni. E come mi avvicinavo per mettere la flebo alla mamma, lei subito mi aggrediva… chissà cosa aveva visto, nella sua breve vita… Così le abbiamo dato dei biscotti per farla mangiare: li ha presi, li ha triturati con le manine e li ha dati alla mamma, come un uccellino. Poi l’abbiamo visitata: era stata violentata anche lei…