MIGRAZIONI: ORMAI UNA PRASSI

MIGRAZIONI: ORMAI UNA PRASSI

CI VUOLE PAZIENZA, CORAGGIO E STOMACO PER LEGGERE QUELLO CHE SCRIVO/RIPORTO QUI DI SEGUITO, E PER VEDERE IL VIDEO QUI SOTTO. Leggere e vedere il video postato da Vinni Giara, mi ha fatto pensare alla guerra in Vietnam e a perché gli Stati Uniti hanno perso. Un documentario visto tanti anni fa, spiegava che la sconfitta é stata causata dai filmati degli orrori della #guerra in Vietnam, che sono circolati. Realizzati dalle stesse forze armate #Usa, pensati per documentare e propagandare l’onore patriottico statunitense, sono poi diventati un boomerang, per chi li ha commissionati. Ecco perché nelle guerre successive, penso alla #exJugoslavia, ci hanno fatto vedere solo missili che partivano e esplosioni lontane viste dal cielo, su monitor verdi, senza volti ne sangue.

La speranza per questo nuovo #OLOCAUSTO, vissuto questa volta dai#migranti/#profughi, é che filmati come quello qui sotto possano riportare consapevolezza delle atrocità e dei drammi che nostri pari stanno vivendo quotidianamente.

Claudio Nappi

corrispondente de” Il Manifesto”

Il Post di Vinni Giara:

Nave #Libra, il pattugliatore della Marina italiana, è ad appena un’ora e mezzo di navigazione da un barcone carico di famiglie siriane che sta affondando. Ma per cinque ore viene lasciata in attesa senza ordini. Il pomeriggio dell’11 ottobre 2013 i comandi militari italiani sono preoccupati di dover poi trasferire i profughi sulla costa più vicina. Così non mettono a disposizione la loro unità, nonostante le numerose telefonate di soccorso e la formale e ripetuta richiesta delle Forze armate maltesi di poter dare istruzioni alla nave italiana perché intervenga.

Il peschereccio, partito dalla Libia con almeno 480 persone, sta imbarcando acqua: era stato colpito dalle raffiche di mitra di miliziani che su una motovedetta volevano rapinare o sequestrare i passeggeri, quasi tutti medici siriani. Quel pomeriggio la Libra è tra le 19 e le 10 miglia dal barcone. Lampedusa è a 61 miglia. Ma la sala operativa di Roma della Guardia costiera ordina ai profughi di rivolgersi a Malta che è molto più lontana, a 118 miglia.

Dopo cinque ore di attesa e di inutili solleciti da parte delle autorità maltesi ai colleghi italiani, il barcone si rovescia. Muoiono 268 persone, tra cui 60 bambini. In questo videoracconto “Il naufragio dei bambini”, L’Espresso ricostruisce la strage: con immagini inedite, le telefonate mai ascoltate prima tra le Forze armate di Malta e la Guardia costiera italiana, e le strazianti richieste di soccorso partite dal peschereccio. In quattro anni, dopo le denunce dei sopravvissuti, nessuna Procura italiana ha portato a termine le indagini

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