NON E’ VERO CHE I RAGAZZINI THAILANDESI SONO TUTTI SALVI

NON E' VERO CHE I RAGAZZINI THAILANDESI SONO TUTTI SALVI

I ragazzini thailandesi intrappolati in una grotta sono tutti salvi. Il mondo ha trepidato, più giorni, per la loro sorte. Bene, benissimo…

Lo stesso mondo continua a tacere sulla sorte di migliaia di ragazzini e ragazzine thailandesi -e non solo- prigionieri in quell’orribile antro che porta il nome di Pattaya, a pochi chilometri dall’aeroporto di Bangkok, capitale di quello straordinario paese. Più di 300.000 ragazzine e ragazzini affollano gli scaffali di questo supermercato del sesso a basso costo. Un esercito crescente di turisti sessuali (oramai 20 milioni l’anno), provenienti da tutto il mondo, fa scempio di corpi ed anime di questi innocenti, rei solo d’esser nati poveri.

Quella di seguito, è la storia di uno di loro.

Ho conosciuto il mare, quando è morto il bufalo. Mio padre era defunto alcuni anni prima ed il bufalo era la nostra unica risorsa, soprattutto nei lavori dei campi. Cominciò a mancarci di tutto e conobbi la miseria più nera. Poi, un giorno, mia madre mi disse che delle brave persone avevano trovato un lavoro per me in un posto molto bello, vicino al mare. Dovevo aiutare la mia famiglia. Quella gente, come anticipo, aveva pagato i nostri debiti. Salutai mia madre ed i miei fratellini ed andai via dal mio villaggio. Con il cuore in gola ed un gran magone, arrivai in una città chiamata Pattaya. E conobbi il mare. Era una cosa immensa, scintillante, bellissima: una infinita risata sotto il cielo, che carezzò le mie paure e la mia tristezza. Per un attimo. Avevo 13 anni, solo 13 piccolissimi anni.

Poi si fece buio. E conobbi il mondo degli uomini… e voi farang, gli uomini stranieri. Da allora le favole divennero bugie. Per me fu notte… una notte fredda, crudele… Fu notte per sempre.

Quella notte fui venduta la prima di mille e mille volte ancora. Quella notte fu venduta una parte nascosta del mio corpo, tutto il resto aveva nessun valore…almeno quella notte.

Non ero piu’ Mae, una bambina di 13 anni, non avevo più sogni, pensieri e desideri. Ero solo un buco da violare, un corpo tremante di paura e di dolore, un viso solcato dalle lacrime, occhi che pregano, inascoltati, persi nel vuoto. Il mio orrore, il mio infinito terrore, per altri era merce pregiata, capace incredibilmente di dare piacere…. Credo di esser morta quella notte….E forse, anche per questo, oggi incontrarla per davvero la morte …. per me è quasi nulla…anzi, voglia di un po’ di pace. Sì, un po’ di pace…. “.

Silvestro Montanaro

giornalista rairadiotelevisione, scrittore

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