ZoomIN’ ha introdotto una rubrica dedicata alla lingua italiana e, in particolare, le sue radici.
Il primo incontro è con la prima lettera dell’alfabeto: come è nata, qual è il suo senso.
Altro aspetto della rubrica è “Salviamo l’italiano”: se da un lato i dialetti sono tanto importanti, quanto affascinanti, d’altra parte -da anni- pare evidente che gli attacchi venuti dal mondo dello spettacolo, dalla televisione, dal web e dall’estero (in molte forme) stanno distruggendo la lingua italiana. Bene dunque parlarne, bene riportare pareri che oltrepassino la linguistica, sino ad approdare ai lidi della psicologia sociale e persino della neurologia.
ALFABETO ITALIANO
Prenderemo in considerazione l’alfabeto italiano e le sue origini, anche se è assai interessante sconfinare (pur nell’etimologia italiana) nei territori di tutte le altre lingue neolatine ed indoeuropee; per non parlare della vastità di scibile nascosta negli ideogrammi asiatici.
E’ a capo dell’alfabeto di quasi tutte le lingue antiche e moderne. Lo troviamo anche sotto forma di Alpha nel greco; è l’Aleph dei Fenici e degli Ebrei (Aleph che non è né vocale, né consonante, ma che viene chiamato “spirito dolce”), fino all’Eliph degli Arabi, all’Olaph dei Siriaci.
I Fenici, nel comporre le lettere dell’alfabeto, si riferirono agli elementi importanti per la vita sociale ed economica. Alaphim –ad esempio- era il plurale di Aleph e stava ad indicare la coppia di buoi. Dunque, Aleph significa bue, toro, vitello, ma –per traslato- guida, capo, principe, il primo. La lettera venne rappresentata dalla testa di un bovino, con tanto di corna:
I Greci lo posero su un fianco,
arrotondandolo e creando anche la variazione fonetica “alpha” α.
I Latini, completarono la rotazione, portandola a 180° dall’originale e arrivando così
alla A che conosciamo.
Va annotato che tale vocale è predominante nell’italiano e nello spagnolo, ma soprattutto nel sanscrito: in esso, una grande quantità di vocaboli non contiene altra vocale: la “a” costituisce la lettera/nota armonica del sanscrito e lingue derivate.
Redazionale
Rif: Il suono, il gesto, il tratto – A.W. Grassani