MI È SCESA LA CATENA

MI È SCESA LA CATENA

Curiosamente, l’espressione è tipica del mondo ciclistico. Altrettanto curiosamente, fa parte del gergo bolognese, meno (molto meno) in altre regioni -o zone- italiane. Questo, sino al 1990/91, periodo in cui tale espressione viene riportata da una canzone di Dalla “Denis dentro il buio del locale / capì che gli era scesa la catena / e che era meglio vomitare / o uscire fuori al freddo della sera”. 

 

La catena del ciclista viene ben ricordata da tutti coloro che ne hanno fatto esperienza. E la metafora è evidente: la catena esce dalla sua corretta locazione e il ciclista è costretto a fermarsi, se non è riuscito -senza scendere di sella- a farla rientrare in sede, grazie ad un gioco di gambe, pedali, rapporti regolati col cambio.  Così, può accadere nel quotidiano, quando, scesa la catena, ci si trova bloccati, disorientati, sbandati. Più ampia ancora è poi diventata la traslazione al senso di perdere il controllo, l’energia, forse anche a causa dell’apporto di droghe, certamente nell’esasperazione sino a dirsi “non ne posso più”.

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