La Coca Cola era Verde !!!

Era un prodotto quasi erboristico. E, prima ancora era un macerato di erbe nel vino Bordeaux. Ma qual è tutta la storia? Si deve risalire addirittura al XIX secolo! Si deve andare al…
…Vin di Coca

La Coca Cola era Verde!!!

Sì: la coca cola è nata verde. Era un prodotto quasi erboristico. E, prima ancora era un macerato di erbe nel vino Bordeaux. Ma qual è tutta la storia? Si deve risalire addirittura al XIX secolo! Si deve andare al…
…Vin di Coca
Mariani è un cognome abbastanza diffuso in Italia e in Francia, Paesi in cui prosperano vigneti e vini. Paesi come Basilicata, Calabria e Puglia, non a caso chiamati un tempo dai Greci “Enotria”: Terra delle Viti e del Vino.

Senza soffermarci su caratteristiche, qualità, pregi e difetti del rutilante o trasparente liquido derivato dalla vite, ci chiediamo invece se i nostri lettori abbiano mai sentito parlare del Vino Mariani.

Il nome corretto tramandatoci dai nostri trisavoli è Vin Mariani; nacque nel 1863 grazie ad un chimico, il Francese -meglio, il Còrso- Angelo Francesco Mariani.

Nella formulazione originale, comparivano le foglie di coca del Perù, lasciate macerare nel vino Bordeaux rosso per dieci ore. Nel 1880 cominciò la produzione industriale della bevanda a Neuilly-sur-Seine: 60 g di foglie di coca peruviana, lasciate macerare per dieci ore: prima nel Bordeaux e poi nel Cognac. Veniva poi aggiunto il 6% di zucchero nelle bottiglie da 50 cl. La bevanda venne commercializzata in tutto il mondo, ma ad inizio ‘900 fu vietata in Italia e dal 1930 anche in Francia.

Apprezzatissimo da papi, re, regine, principi, capi di stato e celebrità, il Vin Mariani era più ricordato -più compiutamente- come Vino Tonico Mariani alla Coca del Perù.

Conteneva da 150 a 300 mg/l di cocaina; un bicchiere ne dava 25-50 mg/; ogni oncia (circa 28 ml) conteneva 6,5 mg di cocaina. Il volume alcolico era discutibilmente variabile :11 % à 17%.

E ora –udite udite !– dal Vin Mariani è nata la Coca Cola.. E -come prodotto erboristico, la coca cola era di colore verde!!!
Dove abbiamo chiesto, nessuno lo sapeva: e questo, nonostante Internet e il suo Tam Tam !!!
Sì, la coca cola è nata verde, piena di erbe.
E poi, che è successo?…..

La Coca-Cola fu inventata dal farmacista statunitense John Stith Pemberton l’8 maggio 1886  (23 anni dopo il Vin Mariani) ad Atlanta, Georgia; inizialmente era un rimedio per il mal di testa e per la stanchezza. Il suo primo nome fu “Pemberton’s French Wine Coca”,  una variazione del cosiddetto “vino di coca” (il già citato Vin Mariani).

L’alcool venne poi sostituito con un estratto delle noci di cola, una pianta tropicale reputata non dannosa per la salute. Dall’uso combinato dei due ingredienti principali, la coca e la cola, la bibita acquisì il nome attuale. In realtà, sia la coca, sia la cola sono fortemente dannose per l’organismo umano. La prima apporta i principi attivi dai quali si deriva anche la cocaina, alcaloide dai ben noti danni cerebrali, nervosi e di tossicodipendenza,  con danni psichici di alto valore negativo, sino alla irreversibilità.
La cola ha un alto contenuto di xantine e metilxantine, come la caffeina, la teobromina, la teomillina e altri principi attivi tipici di bevande come tè, cioccolata e caffè, su cui si è troppo sorvolato con superficialità commerciale,  pseudoscientifica e colpevolmente dedita allo sfruttamento delle possibilità umane, come del resto accadeva agli indigeni che ne facevano uso ed abuso, per non sentire la fatica e la fame.. Inoltre,  nelle noci di cola  è  presente molta cellulosa, tannini, acido tannico e flobafeni (cortecce coloranti, agenti di colore rosso attorno ai semi), catechine (astringenti e antiossidanti). La loro capacità astringente accentua problemi intestinali di vario tipo, nonché al cervelletto, alle vertebre e muscoli cervicali. Infine, vi sono vari alcaloidi, stimolanti e favorenti la digestione e per lenire problemi legati alle emicranie tutte azioni utili a  diminuire i sintomi (si badi bene: i soli sintomi) delle patologie create da tannini, acido  tannico e flobafeni, di cui poco sopra..

Nel 1927 la Coca-Cola venne importata anche in Italia.

La ricetta ufficiale della bevanda più famosa al mondo, sarebbe sorvegliata 24 ore al giorno in una cripta di Atlanta, in Georgia. Un fitto alone di mistero l’ha sempre protetta, grazie al potere,  grazie al caos che spesso ha avvolto le produzioni ”borderline”.
Ecco comunque un sommario profilo della ricetta segreta: Fluido estratto da 3 dramme di Coca dei farmacisti americani, 3 once di acido citrico, 1 oncia di caffeina, 30 di zucchero (dai testi non è chiaro quale sia la quantità richiesta), 2,5 galloni di acqua, 2 pinte e un quarto di succo di lime, 1 oncia di vaniglia, 1,5 once (o di più) di caramello come colorante, aromi 7X, 8 once di alcol, 20 gocce di olio d’arancia, 30 gocce di olio di limone, 10 gocce di olio di noce moscata, 5 gocce di coriandolo, 10 gocce di neroli, 10 gocce di cannella.

Alcuni di questi ingredienti sono facilmente reperibili in commercio; altri però sono più rari e uno addirittura impossibile da acquistare: è l’estratto di foglie di coca.

La Coca-Cola Company sarebbe l’unica azienda al mondo, autorizzata dalla Dea, l’ente americano che vigila sulle droghe, a poter coltivare la pianta, trattare le foglie e quindi commercializzarne l’estratto.

Sulla colorazione è stata lungamente presente sino agli anni ’90 una polemica: si trattava di  Caramello con aggiunta di aromi naturali? Oppure era cocciniglia? E che cos’è la cocciniglia? Esattamente negli anni ’90 gli animalisti si inalberarono contro la Coca Cola, ma la potenza dell’azienda tacitò tutte le voci possibili: l’asfalto del silenzio è la migliore delle armi per NON dare spazio alla pubblicizzazione.

 

La cocciniglia è un colorante ricavato dall’omonimo insetto appartenente alla famiglia della coccoidea, in particolare dalle femmine di alcune  specie.  L’acido carminico ne è la molecola colorata, può essere estratto anche da batteri modificati a tale scopo. L’insetto secerne un liquido molto denso e intensamente colorato che usa come involucro per proteggersi dai predatori. Per produrre un chilo di colorante occorrono 80-100 mila insetti. La polvere di cocciniglia è ottenuta macinando il carapace degli insetti.

La cocciniglia viene utilizzata per produrre una parte dei coloranti rossi utilizzati nell’industria alimentare (per esempio nelle bevande rosse: aperitivi, bitter, vermouth). Oggi, dato l’elevato costo, viene spesso sostituita da coloranti, o miscele di coloranti di origine sintetica come E122 – E124 – E132 nei prodotti alimentari commerciali (obbligatoriamente elencati in etichetta). Tali coloranti possono dar luogo ad ALLERGIE.

 

Dunque, un tempo la Coca Cola: era verde, era erboristica. Alle primissime origini -però- era un macerato rosso di erbe e vino rosso.  Nel tempo, motivi di marketing attrattivo la vollero rossa, a fronteggiare le mode di aperitivi, bitter e l’esotico alkermes. Si aggiunsero -nel tempo- gli additivi chimici, coloranti derivati dalla macinazione della femmina della cocciniglia. Insorgevano i salutisti e gli animalisti. Nacquero di conseguenza le Coca Cola pseudo-salutiste, ricche di discutibili dolcificanti; e nacquero Coke filo animaliste, bevande intorbidate però da segreti  oscuri di formula e composizione: dalla presenza di caffeina e acido ortofosforico e sempre con l’alone di quel nome “COCA e COLA” sempre pieno di mistero: quello della coca e della cola e -infine- del famigerato colore rosso scuro, con scritta rigorosamente ROSSA. Insomma un consolidato… fil-rouge, sottile ed incapace di nascondere inenarrabili segreti:  organolettici,  nutrizionistici ed anti-salutistici. E ora dopo Coca zero e Coca Light …l’assurdo, la satira, l’ossimoro: Coca Cola in bottiglia/lattina verde!!! E il trionfo nel nome: Coca Cola Life.

L’operazione è certamente  e nuovamente di marketing attrattivo  calcolato al di là del piacere e della semplice sensorialità mirata a fermare la lenta, ma progressiva riduzione dei consumi (e delle vendite) delle bevande gassate. Queste sono  accusate, soprattutto negli Usa, di contribuire da anni ai crescenti sovrappeso, obesità e varie altre forme di cattiva salute dovuti alla pessima alimentazione (bevande e McDonald’s inclusi) e alla scarsa attività fisica.

Insomma un prodotto farmaceutico, trasformato continuamente secondo mode, miraggi, volontà aziendali, pur sempre col sospetto ci essere una bevanda corrosiva e pericolosa, soprattutto per giovani, giovanissimi e bambini.

Alois Walden Grassani

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