La vicenda della nave Mare Jonio svela, ancora una volta, l’inaccettabile comportamento del Ministro dell’Interno in relazione al tema degli sbarchi, in corrispondenza temporale, tra l’altro, con il diniego espresso dal Senato all’autorizzazione a procedere contro il Ministro per i reati individuati nel caso Diciotti; allo stesso tempo, dimostra come esista un’Italia che sa esprimere sentimenti di solidarietà, anche quando ciò significa esporsi a conseguenze penali, oltre che mediatiche.
Il comportamento dell’equipaggio della Mare Jonio, a fronte del pericolo di vita dei migranti soccorsi, nonostante le disposizioni impartite dalla Guardia di Finanza, la disponibilità all’accoglienza data dal Sindaco di Lampedusa, l’atteggiamento cauto, ma rispettoso del diritto al salvataggio e all’accoglienza dei migranti della Procura di Agrigento, il coro di voci che hanno espresso solidarietà a quelle persone salvate, sono tutti elementi che dimostrano l’esistenza di un’Italia solidale e rispettosa delle norme, proprio nel momento in cui Salvini, invece, accusa l’equipaggio della violazione dell’ordine impartito dalla Guardia di Finanza.
La nostra Costituzione, oltre che il diritto internazionale ed il diritto del mare nello specifico, deve essere la guida di ogni azione e comportamento e di ogni interpretazione di norme di legge, ed allora è evidente che il rispetto del diritto alla vita, garantito in ogni caso dall’art. 2 Cost., oltre che dalle convenzioni internazionali, non può che prevalere rispetto a una circolare ministeriale emessa ad hoc, che appare essere, più che un atto di amministrazione, un vero e proprio atto politico.
Da qui nasce la seconda considerazione che intendiamo sottolineare: ancora una volta Salvini mette in discussione la divisione dei poteri, tra giudiziario ed esecutivo, chiedendo a gran voce addirittura l’arresto dei componenti dell’equipaggio: «Conto che questo accada», è il preoccupante messaggio che il Ministro dell’Interno lancia alla magistratura, forse rendendosi conto che la sua linea di condotta, almeno in questo caso e per il momento, è stata sconfitta.
La disumanità di Salvini, che usa per le sue finalità politiche esseri umani, deve essere combattuta con il sentimento di solidarietà e con il rispetto dei principi costituzionali, dei diritti umani e del diritto internazionale.
GIURISTI DEMOCRATICI