Rigettate le accuse al sindaco di Riace

Sindaco di Riace: Rigettate le Accuse!

 

L’idea di mettere in croce il sindaco criminale di Riace era sbagliata e rimane sbagliata.
E adesso si apre la partita con Greta, per il Nobel per la Pace…
E’ un paradosso, naturalmente. Una provocazione. Ma neppure esagerata…
La Cassazione, non un ministro a caccia di facili consensi sulla pelle degli altri (guarda che cosa ci tocca di dire…) e neanche un Pincopallo qualsiasi, si è nettamente pronunciata. Non ci sono indizi di “comportamenti” fraudolenti nell’esercizio delle funzioni istituzionali, utilizzando frode, abuso di potere, da parte di Mimmo Lucano, il sindaco sospeso di Riace.  Non ha assegnato in modo improprio, illegale e criminale la raccolta dei rifiuti. La sua azione di “affidamento diretto di appalti” in favore delle cooperative sociali “finalizzate all’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate a condizione che gli importi del servizio siano “inferiori alla soglia comunitaria”, non è stata opaca o torbida, bensì trasparente.
Inoltre, le delibere e gli atti di affidamento sono stati adottati con “collegialità” e con i “prescritti pareri di regolarità tecnica e contabile da parte dei rispettivi responsabili del servizio interessato”.

Questo si evince dalle motivazioni  depositate, relative all’udienza che lo scorso 26 febbraio si è conclusa con l’annullamento del divieto di dimora di Mimmo Lucano in Riace, dove qualcuno voleva evidentemente far dimenticare i bronzi ormai internazionali, per far passare ben altro messaggio: Riace come fucina di abuso politico, per ammainare la bandiera e il simbolo di Riace, come accoglienza dei migranti. La misura cautelare nei confronti di Lucano era stata disposta dal Tribunale di Reggio Calabria lo scorso 16 ottobre nell’ambito dell’inchiesta della procura di Locri che ha chiesto il rinvio a giudizio di Lucano, indagato assieme ad altre 29 persone.

E’ stata disposta la seconda udienza davanti al gup (giudice d’udienza preliminare) che, dopo gli interventi del pubblico ministero e delle difese, dovrà decidere se Mimmo Lucano deve sostenere un processo per associazione a delinquere, concussione e abuso d’ufficio. Secondo la Procura avrebbe orientato “l’esercizio della funzione pubblica degli uffici del Ministero dell’Interno e della Prefettura di Reggio Calabria, preposti alla gestione dell’accoglienza dei rifugiati nell’ambito dei progetti Sprar, Cas e Msna e per l’affidamento dei progetti da esplicare nell’ambito del Comune di Riace”.

Per questi reati, però, già il gip ha escluso la misura cautelare sostenendo che Lucano non ha toccato un euro di tutti i fondi assegnati a Riace per l’accoglienza dei migranti. Nei confronti del sindaco “sospeso”, quindi, il 2 ottobre erano stati disposti gli arresti domiciliari solo per alcune irregolarità nell’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti, a due cooperative locali, e per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Quindici giorni dopo, i domiciliari sono stati revocati dal Tribunale del Riesame e sostituiti con il divieto di dimora in Riace. La Cassazione ha quindi annullato anche questa misura, rinviando a un nuovo Riesame, in considerazione di quanto stabilito dalla Suprema Corte.

Sui matrimoni di comodo, tra immigrati e cittadini italiani che sarebbero stati “favoriti” dal sindaco, la Cassazione rigetta tale accusa, perché “poggia sulle incerte basi di un quadro di riferimento fattuale non solo sfornito di significativi e precisi elementi di riscontro ma, addirittura, escluso da qualsiasi contestazione formalmente elevata in sede cautelare”. Insomma, non ci sono significativi e precisi elementi di riscontro.  Per quanto riguarda la permanenza in Italia della sua compagna Tesfahun Lemlem c’è sì, invece, la gravità indiziaria ma bisogna tenere conto della relazione affettiva  tra i due, oltre che “la condizione di incensuratezza dell’indagato”. In paese, su di lei si alzano le voci più diverse. E si sa quali chiusure e stranezze si generino in tali situazioni ed ambientazioni. Lei, invece, si è chiusa nel massimo riserbo.  
Proseguono i successivi passaggi giuridici, il Riesame; ma intanto la Cassazione si è pronunciata nei modi sopra indicati.
Le sommarie accuse sono state rigettate. Il fango non è arrivato a destinazione.

 

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