Saluto fascista durante l'uscita del pulmino con a bordo nove nomadi trasferiti dal centro accoglienza di Torre Maura, Roma, 3 aprile 2019. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

PANE E PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA

PANE E PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA

Un gruppo di abitanti di Torre Maura, periferia estrema, e degradata, di Roma, spalleggiati da attivisti di Casa Pound e Forza Nuova, ha impedito il trasferimento in zona di 50 rom. E’ stata bruciata una macchina dell’organizzazione che doveva occuparsene, gettato a terra e calpestato il cibo per i rom, quasi tutti donne e bambini, al grido ” Dovete morire di fame”. Il sindaco di Roma, quel che resta di Virginia Raggi, si è arresa alla protesta e ha deciso di trasferire altrove gli ospiti indesiderati.

Una sconfitta per lo Stato. Una sconfitta vergognosa, una vera e propria resa.

Sarà facile ora gridare al razzismo, bollare Torre Maura di xenofobia. Troppo facile. E anche stupido e superficiale.

Ciò che è accaduto ha mille ragioni su cui occorre far chiarezza una volta per tutte. La prima, la più grande, è che le periferie delle nostre grandi città, e con esse tanti storici quartieri popolari, sono allo stremo. Il degrado ha superato ogni soglia tollerabile e spira aria di rivolta. Intere zone del nostro paese sono abbandonate, da tempo, a se stesse. Di loro la politica non si occupa se non per raccogliere demagogico consenso. Su queste aree è stato scaricato di tutto, anche il peso di una non politica dell’integrazione. I migranti, indesiderati altrove, abbandonati e cacciati ovunque, hanno pressato su queste aree amplificando degrado e insicurezza. E’ difficile pensar bene, quando si sentono dolorosamente i morsi della crisi, della disoccupazione e della penuria di abitazioni a fitto popolare e, intanto, si vede dar alloggio e vitto ad altri. Ancor peggio, se non si viene mai coinvolti, se nessuno spiega ciò che sta accadendo, se non si producono politiche di integrazione. Con gli abitanti di Torre Maura nessuno ha sentito il dovere di parlare, di spiegare cosa si aveva intenzione di fare.

Con loro hanno parlato altri. Hanno parlato quelli che da anni contrappongono poveri a poveri, quelli che raccontano di piani di sostituzione etnica. Via gli italiani, dentro gli stranieri. Hanno parlato i signori dell’odio e hanno seminato i cuori e le menti di ogni possibile bugia e paura. E’ stato consentito il controllo di questi territori ai nemici della democrazia e della verità, ai fascisti. Una tolleranza criminale che ora genera mostri e mostruosità.

Prima di strapparsi le vesti urlando contro il razzismo, si ragioni su questo. E si vada a parlare con la gente di Torre Maura e del degrado. Si chieda loro scusa. Si spieghi. Si affermi la verità. Si ricuciano le fratture velenose prodotte da incapacità e demagoghi e si offra un fronte comune di lotta. Poveri con poveri. Il nemico è altrove e comune. E’ chi condanna loro e tanti altri, che oggi  chiamano nemici, ad essere spazzatura della nostra società.

E si affermi ad alta voce che a nessuno può essere augurata la morte per fame. E che il pane non si calpesta!
E’ vita. Quella che stanno rubando a tutti noi.

Silvestro Montanaro

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