Il sogno della Namibia

Il carnato del cielo
sveglia oasi
al nomade d’amore

Giuseppe Ungaretti

ALBERI RIARSI DI ACACIA ERIOLOBA

Un incredibile paesaggio alieno, di grande forza e allo stesso tempo malinconico, è quello della Dead Vlei in Namibia. Letteralmente Dead Vlei significa “palude morta”: si tratta di una depressione caratterizzata da un suolo di sabbia bianca, un incredibile paesaggio fatto di dune attraversato da diversi corsi d’acqua. La Dead Vlei era un’oasi alimentata dal fiume Tsauchab, il cui corso venne cambiato dal mutamento delle dune: la mancanza di acqua che alimentava la vegetazione dell’oasi portò così alla formazione di un paesaggio arido, caratterizzato dalla presenza di un gran numero di alberi morti: furono acacie che, nel tempo, hanno assunto un colore molto scuro. Il panorama surreale e il contrasto dei colori dominanti lo hanno reso uno dei luoghi più fotografati al mondo.

Questo è uno scatto di Frans Lanting, fotografo e storyteller olandese, che “ha la mente di uno scienziato, il cuore di un cacciatore, e gli occhi di un poeta” (Thomas Kennedy, ex direttore della fotografia di National Geographic). 
Dice Lanting: “Ho scattato questa foto all’alba, quando la luce calda del sole mattutino illuminava un’enorme duna di sabbia rossa, punteggiata di ciuffi d’erba biancastra. La pianura sottostante (di argilla bianca), era ancora in ombra. L’argilla sembra blu perché riflette il colore del cielo. Ho usato un filtro graduato a due stop per mitigare il contrasto tra l’ombra in primo piano e la parte illuminata sullo sfondo. Ho sfruttato il momento a mio avviso perfetto, cioè quando il sole è arrivato fino alla base della duna, appena prima che toccasse la pianura d’argilla. Ho utilizzato un teleobiettivo spinto e ho chiuso il diaframma al massimo per comprimere la prospettiva il più possibile”.    

Frans Lanting, Dead Vlei, Namibia

Come può questa fotografia non essere ritoccata ed assomigliare tanto a un quadro? Ecco la risposta… Per l’intensità della luce solare: batte sulla duna nello sfondo, in contrasto con la zona in ombra in primo piano, facendo sì che gli alberi si staglino come sagome. Quella duna, chiamata Big Daddy, alta quasi 400 metri e dalla sabbia di un rosso intenso, è la vera protagonista di questa fotografia: conferisce un’aura di mistero all’immagine. 

                                                              a cura di Ester Giamberini.

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