Olocausto Americano

Olocausto Americano

Memoria del Genocidio Pellerossa

Nel 1876 il ministro degli Interni (…li fanno con lo stampino?) degli Stati Uniti d’America dichiarò guerra ai Sioux “ostili”, quelli cioè che non avevano accettato di trasferirsi nelle riserve. Il motivo reale è  che era stato scoperto l’oro nelle Black Hills, il cuore del territorio Lakota o Dakota (o Sioux che dir si voglia). Secondo il ministro, si dovevano trasferire migliaia di uomini, donne e bambini dalla terra  nativa, in pieno inverno (si parla dell’inizio di febbraio), con temperature tra i 20 sotto zero e lo zero e con il territorio coperto di neve. Molti pellerossa non ricevettero l’ordine/comunicazione, perché impegnati nelle vitali attività di caccia stagionale, quindi lontano dalla tribù.

Fu l’inizio del massacro degli Indiani d’America, fino alla strage di Wounded Knee. Siamo alla fine del 1890, sempre freddo, sempre neve. La tribù di Miniconjou guidata da Piede Grosso, apprende la notizia dell’assassinio di Toro Seduto. Decidono di partire dall’accampamento sul torrente Cherry, sperando nella protezione del Grande Capo Nuvola Rossa. Il 28 dicembre incontrarono il Settimo Reggimento, che -secondo gli ordini- doveva  condurli in un accampamento sul Wounded Knee: portati sulla riva del torrente, 120 uomini e 230 tra donne e bambini vennero circondati e massacrati da due squadroni di cavalleria.

Così Nuvola Rossa racconta il massacro di Wounded Knee: «Brillava il sole in cielo. Ma quando i soldati abbandonarono il campo dopo il loro sporco lavoro, iniziò una forte nevicata. Nella notte arrivò anche il vento. Ci fu una tempesta e il freddo gelido penetrava nelle ossa. Quello che rimase fu un unico immenso cimitero di donne, bambini e neonati che non avevano fatto alcun male se non cercare di scappare via».

I Dakota (o Lakota), sono la principale tribù degli Stati Uniti, con 25.000 membri. Ora vivono in riserve nei loro antichi territori. A Febbraio scorso è stata la Giornata della memoria. Continuare a raccontare la loro storia serve a non dimenticare di cosa è stato capace l’uomo nel corso della storia e fare in modo che episodi simili non si ripetano. Noi, prima come Erehwon, poi come ZoomIN’ abbiamo ricreato connessioni con i Fratelli Pellerossa: con Bill Tims, caro Amico di origini Cherokee, con Sun Bear e sua moglie Thunderbird della piccola tribù degli Orsi, nostri ospiti in un convegno mondiale in Svizzera.
Purtroppo le stragi, i genocidi continuano ad esistere. E c’è chi li considera un fatto storico inevitabile: Amazzonia, Tibet, Mozambico e quanti altri. Ecco: il primo passo è proprio quello di non sdoganare simili pensieri. I passi successivi devono essere fatti rapidamente, anche perché il disastro globalizzato ingigantisce in maniera esponenziale.

Alois Walden Grassani

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