2 – Chi si allontana dal proprio Paese per crearsene un altro, ha una marcia in più: quella del “nulla da perdere” e del “tutto da ideare, da inventare”. E non è una novità neppure il fatto che gli emigrati siano sempre stati dei diseredati in cerca di un presente, poi di un futuro. Gente a cui un pezzo di pane e un bicchiere d’acqua aprivano speranze e promesse di grande valore e spessore. Talora, spesso, addirittura galeotti, avanzi di galera hanno attraversato l’Oceano. O l’Italia stessa, trasferendo le proprie tendenze, il proprio carattere individuale e collettivo (oggi si dice “DNA”) da un luogo all’altro.
Dunque, le migrazioni sono periodica caratteristica del genere umano. Finite le risorse della propria zona, si diventava nomadici, ci si trasferiva. Oppure, i più forti partivano per procacciare cibo, pelli per la propria stirpe, per la propria tribù. Da tutto questo avremmo dovuto capire e imparare qualcosa.
3 – Forse non è importante stabilire se sia meglio aprire o chiudere le frontiere. E’ come stabilire che vogliamo innalzare un muro (e sta succedendo) di fronte ad un fenomeno di massa, un fenomeno inarrestabile, periodico, spesso invincibile. E’ invece importante capire che siamo un unico genere, quello umano, che devono alzarsi i vapori del riconoscersi umani. E’ indispensabile “sentire” fratellanza e non iniziare i calcoli di che cosa convenga ad un popolo oggi dominante, di che cosa convenga ad una territorio appetibile.
E’ anzi dannoso a tutti -vincitori e vinti, aguzzini e sopraffatti- continuare a pensare in termini di necessità di “NAZIONE GUIDA”: non funziona e non ha mai funzionato… Mongolia, Roma, Germania, America, URSS, Cina. Potenza, accumulo di armi, prevalenze commerciali, superiorità affaristica, nazionalsocialismo, industria della salute, industria bellica, industria alimentare, industria produttiva e distruttiva. E’ tempo assoluto di cambiare direzione, abbandonando questa secolare frenesia di potere e ampliamento che non guarda in faccia a niente e a nessuno. E’ tempo di apprendere la lezione, è tempo di imparare ad essere umani.