La Falsa Invasione

LA FALSA INVASIONE

Quanti sono i rifugiati in Italia? E negli altri paesi europei, sono di più o di meno che da noi? È corretto parlare di invasione? E poi, l’Europa è davvero un continente sotto assedio?

Un recente sondaggio in Grecia riporta un dato che può sorprendere riguardo la percezione diffusa di questo fenomeno: circa la metà della popolazione ellenica crede che i rifugiati siano più del triplo (200mila) rispetto a quelli che si trovano realmente nel paese (circa 60mila).

E in Italia? Due anni fa, in piena refugee crisis, l’“invasione percepita” era in testa alle preoccupazioni e il 36% degli italiani riteneva che gli stranieri nel nostro paese fossero circa 20 milioni.

Proviamo dunque a mettere ordine e fare chiarezza su questo fenomeno, con l’aiuto del rapporto Mid-year trends dell’Unhcr, che presenta il quadro complessivo a giugno 2016.

Secondo l’Alto Commissariato dell’Onu, i rifugiati nel mondo – non i richiedenti asilo, ma coloro che coloro che hanno visto riconosciuto il proprio diritto individuale a essere protetti, così come previsto dalla Convenzione firmata a Ginevra nel 1951 e aggiornata nel 1967 – a metà del 2016 erano 16 milioni e 515.190. Circa 2 milioni e 100mila si trovano in Europa, i restanti due terzi sono suddivisi tra altri tre grandi continenti: America, ma soprattutto Asia e Africa

Senza voler ridimensionare o amplificare le dimensioni degli arrivi di migranti e rifugiati in Italia, forse può essere utile, prima di gridare all’“invasione” come capita spesso sui giornali italiani, andare a vedere le dimensioni della presenza dei rifugiati in Italia e confrontarla con altri paesi europei e del Medioriente.

Passiamo all’Italia. In questi anni lo stato ha risposto positivamente – secondo le tre modalità previste: status di rifugiato, protezione sussidiaria e umanitaria – a circa il 40% delle domande d’asilo. Negli anni il nostro paese ha accolto circa 131mila rifugiati (dato Unhcr giugno 2016).

Ma chiediamoci: quanti sono 131mila rifugiati sul totale della popolazione? L’“allarme invasione” è giustificato di fronte a questi numeri? Proviamo a confrontarli con quelli di altri stati europei.
Per esempio, in Svezia la popolazione è circa un sesto di quella italiana (10 milioni) e i rifugiati sono 186mila, ovvero il 50% in più che nel nostro paese. In Germania (82 milioni di abitanti) i rifugiati sono 478mila, quasi 4 volte quelli presenti in Italia.

E allora, sono molti o sono pochi coloro che hanno ricevuto protezione in questi anni?
131 mila su 60 milioni significa una proporzione del 2 per mille. Significa che per una cittadina di piccole dimensioni come Ivrea (To) che ha circa 24mila abitanti – se fosse rispettata la proporzione nazionale – sarebbero 46, in una come Avezzano (Aq) vivrebbero 90 rifugiati, in una città come Bologna sarebbero circa 800. Insomma, non proprio un’invasione.

Sufficiente come immagine? Ma proviamo a immaginarli tutti insieme questi 131 mila rifugiati che vivono in Italia. Prendiamo uno spazio di quelli usati per le grandi manifestazioni o i concerti. Ecco, tutti i rifugiati in Italia non riempirebbero neanche la metà del Circo Massimo a Roma che, secondo una stima, riuscirebbe al massimo a contenere 340 mila persone. 

Cosa ci dicono questi confronti? Che malgrado la condizione di frontiera (ormai quasi unica) dell’Ue a sud, l’Italia ha una percentuale molto contenuta di rifugiati sul proprio territorio. Una percentuale che buone politiche di accoglienza e integrazione possono, senza difficoltà, trasformare da presunto problema in risorsa.

Rif: UNHCR

(Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati)

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