ZoomIN’ – Redazione e Direzione.
Le cose sono andate piuttosto avanti, da anni; bisogna vedere PERCHE’ siamo arrivati a questo punto. Altrimenti la visione sarà tutta frastagliata e parziale. Ne scriveremo anche a breve, trattando di tutto il tema “Immigrazione”.
In redazione abbiamo parlato riguardo al caso “Sea Watch”. E riportiamo un po’ di pareri interni: giuridici e civici, giornalistici e sociologici, nazionali ed extranazionali.
1- Di fatto quei naufraghi, data la quotidianità degli sbarchi, si apprestavano a essere individuati e classificati come migranti, addirittura sin dalla loro partenza. Sembra un po’ forzata la denominazione di semplici naufraghi, da parte del sen.De Falco.
Per tutto il resto, però, vige la Legge secolare del Mare. Si tratta di migranti che sovente rischiano il naufragio e la morte di massa. Inoltre, si sa bene che costoro, generalmente NON sanno nuotare. E anche sapendo nuotare, il Mediterraneo NON è una calma piscina.
2- Risulta evidente che -date le diverse interpretazioni del caso “Sea Watch”- l’arresto del comandante e dell’equipaggio non possa e non debba essere ordinato dal ministro dell’Interno, che non ne ha la competenza e non può travalicare i confini del suo ministero. Sarà -come sta accadendo- la magistratura a valutare, verificare e decidere. Non fosse così, andrebbero infrante le più semplici regole della Giustizia e della Democrazia.
3- Granitiche e unidirezionali appaiono le affermazioni dell’ammiraglio De Felice: arriva persino a parlare di estradizione del comandante Rackete in Libia, Paese ormai chiaramente dichiarato PORTO NON SICURO, terra da cui i diseredati fuggono. Sarebbe poi estradizione da parte di un Paese come l’Italia che brilla per mala-conduzione dei centri di accoglienza, un Paese il cui ministro dell’Interno ritiene di risolvere un problema Inter-Continentale, giusto mostrando i muscoli e facendo faccia feroce, senza tener conto delle radici secolari del problema stesso. E non tiene conto di dover invece risolvere la grave emorragia africana provocata dal bisturi colonialistico, affaristico, bancario. Il problema capitale risiede in Europa e va risolto in Europa (sanando di conseguenza molti altri problemi congeniti nell’Europa stessa), non ampliando il cimitero Mediterraneo. E va tenuto conto che a tutt’oggi si fanno operazioni di facciata, ma nel frattempo centinaia di migranti approdano in Italia durante le scaramucce anti “Sea-Watch”.
E si fa credere alla gente (grazie ai colpevoli media silenti, quindi collusi) che l’operato ministeriale sta risolvendo il problema del migrante clandestino.
4- Non è neppure escluso che proprio le manovre della motovedetta della Guardia di Finanza abbiano creato i presupposti di una qualche collisione, non voluta dal comandante Rackete, ma accaduta nel caos e nella concitazione. E la stessa comandante ne ha parlato, ammettendo il profilo di questa situazione, scusandosi dell’errore.
5- Il ministro Salvini afferma che i passeggeri mostravano di essere in buona salute. Tuttavia, invece, la cosa è almeno discutibile, dopo quindici giorni di stallo al largo di Lampedusa; forse è un aspetto sfuggito al personale di terra che ha effettuato i controlli a bordo. Infatti, parte dei naufraghi/migranti stava dando segni di squilibrio, malasalute psicologica e nervosa e poteva essere considerata a rischio di gesti sconsiderati a danno di se stessa. Qualcuno, pur di scendere dalla “Sea Watch” disperatamente spinto dalla prolissità della vicenda, stava “progettando” di lanciarsi a mare. E tutto questo è stato valutato e dichiarato dal comandante stesso. D’altra parte la rottura degli equilibri in un organismo debilitato, avviene in tempi brevi, talora improvvisi e successivi alle precedenti visite mediche e paramediche. La disperazione non chiede permesso, né certificati.