Giacomo Matteotti

GIACOMO MATTEOTTI

“Uccidete pure me, ma l’idea che è in me non l’ucciderete mai”

16 Agosto 1924.
Nella Macchia della Quartarella, a Riano, una ventina di chilometri dal centro di Roma, viene ritrovato il cadavere di Giacomo Matteotti. Il deputato socialista era stato rapito il 10 giugno da una squadraccia fascista.

Matteotti aveva formalizzato (in data 30 Maggio) le sue denunce di brogli elettorali operati dalla nascente dittatura mussoliniana, nelle elezioni del precedente 6 aprile. A colmare la misura dell’intolleranza, saranno le sue indagini sulla corruzione nel governo, con particolare riferimento alla vicenda/tangenti per la concessione petrolifera a Sinclair Oil.

Esattamente nel giorno del suo rapimento (10 giugno), Matteotti avrebbe dovuto presentare un nuovo discorso alla Camera dei deputati: avrebbe rivelato le sue scoperte sullo scandalo finanziario che vedeva coinvolto anche Arnaldo Mussolini, fratello minore di Benito.

Qualche giorno prima dei funerali, la Vedova di Matteotti scrisse a Luigi Federzoni, allora presidente del Senato:

 «Chiedo che nessuna rappresentanza della Milizia fascista sia di scorta al treno: nessun milite fascista di qualunque grado o carica comparisca, nemmeno sotto forma di funzionario di servizio. Chiedo che nessuna camicia nera si mostri davanti al feretro e ai miei occhi durante tutto il viaggio, né a Fratta Polesine, fintanto che la salma sarà sepolta. Voglio viaggiare come semplice cittadina, che compie il suo dovere per poter esigere i suoi diritti; indi, nessuna vettura-salon, nessun scompartimento riservato, nessuna agevolazione o privilegio; ma nessuna disposizione per modificare il percorso del treno quale risulta dall’orario di dominio pubblico. Se ragioni di ordine pubblico impongono un servizio d’ordine, sia esso affidato solamente a soldati d’Italia».

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