A CHE GIOCO GIOCHIAMO?

A CHE GIOCO GIOCHIAMO?

Giochiamo a quello per cui Salvini spara a zero su tutto, per ribaltare il tavolo e andare alle elezioni, certo di un consenso maggioritario per ora solo virtuale?

Oppure giochiamo a quell’altro, dove si lascia dire a Salvini quel che vuole, tentando di arginarlo quando si può, tanto non combinerà niente e sui migranti ha comunque favorito un dialogo diverso (vedremo quanto e se Conte ce la fa ancora) con Bruxelles?

Oppure giochiamo a un’altra cosa ancora, dove “tutti quei comunisti” che hanno votato 5Stelle si possono pure levare di torno, tanto alle elezioni non si va prima di un anno e qui s’è visto che basta spararle grosse, per crescere del 10% in un mese?

Visti da qui, ci sono sforzi encomiabili di Di Maio, nel porsi in relazione diretta con gruppi di lavoratori che aspettano risposte importanti e ci sono le parole encomiabili di Fico, che tentano di spostare a sinistra l’asse dei problemi e delle soluzioni. Ma c’è il silenzio di Nicola Morra e soprattutto l’invisibilità di quelli che dovevano essere 338 fantastici rompiballe, mentre negli enti locali si cominciano a vedere (e si sono viste) uscite dai gruppi 5Stelle di chi Salvini proprio non lo regge più.

C’è l’affidamento delle Pari Opportunità a un maschio, la qual cosa significa non aver capito una “cippa” di cosa debbano essere le pari opportunità, e c’è un ministro Tria che ha già detto come i conti dello Stato non si possano scassare ulteriormente, smentendo, di fatto, punti del “contratto” come la riforma della riforma Fornero e il reddito di cittadinanza.

E, se è vero che il governo si è insediato da poco, è pure vero che sulle leggi anticorruzione e sul conflitto d’interesse sarebbe oltremodo gradito che il M5* facesse pubblicamente girare la propria bozza, se ne ha una, come parrebbe ovvio che avesse.

Ma intanto Salvini continua a parlare e a individuare sempre da qualche parte un nemico nuovo (al punto da far diventare quasi simpatico perfino Saviano) e questo è quanto di peggio si possa fare, perché alimenta la diseducazione politica di grandi percentuali di persone. E di una tale diseducazione non c’era proprio un gran bisogno: ne avevamo tanta anche prima e contro quella bisogna battersi. Di più: se non si è capito questo, o se si conta di “educare” politicamente la gente con una lista di proscrizione nella Rai, non si è capito bene il proprio ruolo. Insomma, situazione non proprio chiarissima, come quando mio nonno giocava a carte con l’amico Gianni, che non ci vedeva quasi più: con aria trionfante calava l’asso di coppe. Ma briscola era danari.

Seguivano risate e imprecazioni, ma si trattava pur sempre e soltanto di giocare a briscola.

Qui, avanti di questo passo, i 5* rischiano di giocarsi il Paese.

Raffaella Costi 

Raffaella Costi è nata a Bologna, dove vive e lavora.

Femminista, relativista, ambientalista, antimperialista,

aspirante golfista e surfista.

Gioca a carte e bluffa, quando ci riesce.

Simpaticamente, dice di sé: “…un gran brutto carattere“.

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