SE CI FOSSE PERTINI...
SALVINI E TONINELLI SE LA PASSEREBBERO MOLTO MALE
Lui saprebbe che fare. Convocherebbe Salvini e Toninelli e le sue urla si sentirebbero in tutta Roma.
Senza mezze parole, intimerebbe all’attuale Ministro degli Interni di smetterla, che la campagna elettorale è finita, di farsene una ragione.
Gli ricorderebbe che non soccorrere sessanta poveracci è un crimine contro l’umanità. Che non si può criminalizzare chi ha dato soccorso. Che una volta a bordo di una nave italiana, quei disgraziati sono su territorio italiano: è l’Italia a doversene occupare. Insegnerebbe che i trattati internazionali prevedono questi comportamenti e sono base della nostra civiltà, quella che falsamente lui dice di voler difendere.
Metterebbe a tacere Toninelli ( che si spera si decida: che ci fa nei 5 Stelle uno tanto organico alla Lega e che parla lo stesso linguaggio? ) e gli urlerebbe che è da vigliacchi definire facinorosi sessanta poveri cristi, tra cui donne e bambini, accusandoli di aver messo in pericolo la vita dell’equipaggio che li ha salvati. Non è stato necessario neanche un cerotto.
Lui che i lager li aveva conosciuti sulla sua pelle, ribadirebbe il diritto di chiunque a ribellarsi all’idea di essere riportato in uno di quei gironi infernali. Perché questo sono i centri di detenzione in Libia.
Poi ritirerebbe le deleghe ad entrambi e li inviterebbe a cercarsi, finalmente, un lavoro.
Silvestro Montanaro. Giornalista Rai Radiotelevisione.