FEMMINICIDIO: UNA MODA ANTICA

FEMMINICIDIO:
UNA MODA ANTICA

USA

Verosimilmente, risulta che le donne vittime di femminicidio, sono assassinate da una persona affettivamente significativa: più che da qualsiasi altro tipo di persona frequentata, particolarmente un fidanzato o un marito. Lo riporta il CDC Centro Americano per il controllo della malattia.

Tale studio ha analizzato 10.018 femminicidi avvenuti negli USA tra il 2003 e il 2014.

93% delle vittime venne assassinato da persona  molto vicina: il ragazzo, il marito, o un amante.  Il restante 7% fu ucciso da amici, componenti familiari, o primi soccorritori, vale a dire persone designate o addestrate ad affrontare un’emergenza.

E’ inoltre stato riscontrato che pistole e fucili sono state le armi scelte nel 54% degli assassinii. L’omicidio è una delle prevalenti cause di morte per donne al di sotto dei 44 anni.

 Secondo il “Violence Policy Center”, negli USA 3 donne vengono assassinate ogni giorno da un amante o ex amante.

Il CDC riporta che l’11% di queste vittime ha subito qualche tipo di violenza nel mese precedente l’assassinio mortale. Ciò significa che la violenza da parte del partner può essere preventivata e prevenuta. Il CDC stabilisce pure che si dovrebbe insegnare ai giovani “come” individuare “comportamenti che potrebbero diventare violenti”

ITALIA

Dal 2000 ad oggi, circa 3000 femminicidi.

Gran parte avviene entro le mura domestiche, o in ambito di parentela. Quasi nella metà dei casi, l’assassino è il partner o l’ex partner.

Succede, in assoluto, soprattutto in Lombardia, Emilia Romagna, Campania. Considerando invece il rapporto con la densità di popolazione, un dato è sorprendente: riguarda l’Umbria e la Calabria. Secondo la Commissione parlamentare d’inchiesta istituita presso il Senato della Repubblica «In rapporto alla popolazione femminile residente, il maggior numero di omicidi avviene in Umbria (7,8%), in Calabria (6,8) e in Campania (6,5)». I dati sul femminicidio sono riferiti al periodo di tempo 2012-2016 quindi nell’ultimo quinquennio.

Molte riferiscono di aver subìto una qualche violenza fisica o sessuale, dalle forme meno lesive (strattonamento o molestia), a quelle più gravi come il tentativo di strangolamento o lo stupro». Si parla di partner o di ex partner: due milioni e 800 mila donne ne sono state vittime».

Ancora: «Il 10,6 % delle donne dichiara di aver subìto una qualche forma di violenza sessuale prima dei 16 anni, più di una donna su tre, tra le vittime della violenza del partner, ha riportato ferite, lividi, contusioni o altre lesioni (37,6%) mentre circa il 20 % è stata ricoverata in ospedale a seguito delle ferite riportate e più di un quinto di coloro che sono state ricoverate ha riportato danni permanenti».

Infine, in Italia il tasso di omicidi di donne (0,5 ogni 100mila, circa come Grecia, Spagna e Portogallo) è più basso di quello di tutti i Paesi avanzati, meno della metà di quello medio di Europa e America del Nord. Gli Usa -assieme a Lettonia, Estonia, Lituania- presentano un valore 4 volte quello italiano; il Canada, la Finlandia e la Germania un valore doppio.

PAESI ARABI

Lo chiamano tuttora delitto d’onore glorificato, giustificato, tollerato come realtà sociale ben radicata . Quasi sempre sono pochi gli anni di carcere, per il disonore arrecato alla propria tribù e alla propria famiglia.

Tanti crimini vengono fatti passare per suicidi, incidenti, e morti naturali.

Rapporti internazionali parlano di circa 20 mila femminicidi all’anno nelle società Arabe e nei Paesi Musulmani: Paesi del Golfo (soprattutto Arabia Saudita e Yemen), Medio Oriente (Iraq, Giordania, Territori Palestinesi). Solo tra il 2012 e il 2013 in Cisgiordania e a Gaza sono stati registrati 25 casi di crimini d’onore, maggior parte riguardanti giovani donne non sposate, UCCISE DAI PROPRI FRATELLI.

L’università di Cambridge, ha condotto un’indagine su 856 studenti giordani: il 33% considera giustificabile il fatto di uccidere figlia, sorella o moglie per una questione d’onore e per tutelare il buon nome della famiglia.

Nei Paesi arabi, l’omicidio è punibile con la pena di morte, ma se si tratta di delitti d’onore il tribunale applica una pena minore, se genitori e parenti della vittima ritirino le accuse. Il Parlamento giordano ha per due volte respinto proposte di riforma dell’art.340 che applica pene leggere ad omicidi e reati classificati come DELITTI D’ONORE. Questo, nonostante le molte pressioni da parte delle organizzazioni per i diritti umani.

In Arabia Saudita, crimini e donne scompaiono. Le donne non hanno contatti con l’esterno. Semplicemente scompaiono. Le organizzazioni contro le violenze alle donne non hanno vita facile, costrette a subire  avversione, omertà, persecuzioni.

Complice, il silenzio dei mass media arabi.

(Condensato da un articolo scritto da Naman Tarcha……)

       Naman Tarcha è un giornalista televisivo. Siriano di Aleppo, laureato in Comunicazione all’Università Pontificia Salesiana di Roma, vive e lavora da anni in Italia. È ricercatore ed esperto di mass media e cultura araba, oltre che dell’area mediorientale.

 “Il femminicidio rappresenta il 60 PER CENTO DEGLI OMICIDI nel mondo arabo. Di sicuro non ha niente a che vedere con l’onore. Anzi, rappresenta il disonore di una società che uccide le proprie madri con le proprie mani”. (N.T.)

(continua)…

Alois Walden Grassani

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