La Nave dell’Onestà nel Mar del Guazzabuglio

La Nave dell’Onestà
nel Mar del Guazzabuglio

Dopo giorni di tentennamenti, il governo italiano ha dato un segno di vita, pronunciandosi sulla crisi economica, politica e sociale, per consentire al «popolo venezuelano di giungere nei tempi più rapidi a nuove elezioni presidenziali libere e trasparenti», spiegando anche che «va inoltre garantita la sicurezza dei cittadini, astenendosi da ogni forma di violenza».

Da un lato, tale dichiarazione sembra frutto di un compromesso fra Lega e Movimento 5 Stelle. Dall’altro, bisogna riconoscere che la mancanza di chiarezza parte proprio dal territorio venezuelano: difficile è muoversi e giudicare su una scena in cui tutti, da Trump a Putin, da Guaidò a Maduro esprimono posizioni che sono come sipari utilizzati per nascondere scenari e realtà di interessi economici e di parte: nessuno escluso. Si era espresso invece con più chiarezza (ma sempre diplomatico, con la leggerezza di una Carla Fracci n.d.R.) il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, presente all’inaugurazione di un centro di accoglienza per migranti: «non vi può essere né incertezza né esitazione: la scelta tra volontà popolare e richiesta di autentica democrazia da un lato; dall’altro la violenza della forza e le sofferenze della popolazione civile».

Comprensibile che il presidente Mattarella -per sua indole, formazione giuridica, tendenzialmente diplomatico- si muova con cautela tra le cristallerie della politica.  Tuttavia, nel tempo presente (con tutte le sue caratteristiche tecnologiche, che spingono alla chiarezza formale e sociale) a politici e giornalisti, comunicatori e socio-politologi va richiesta una più alta soglia di obiettività e  coraggio. Quando ciò non riesca ad essere realizzato, allora il lettore, il cittadino, l’elettore DEVE richiedere -in assoluto- Onestà: Onestà nelle dichiarazioni, nell’attuazione della politica, nella comunicazione giornalistica.
Nel caso specifico del Venezuela, vanno ricordati e riferiti alcuni punti. Proveremo a riassumerli con chiarezza.


Il primo: Maduro è un protagonista della vita politica Venezuelana, essendo stato sindacalista e ministro già nel tempo di Chavez. Questi -a fine 2011- lo ha designato suo successore. Dal 2013 -con la morte di Chavez- Maduro governa il Venezuela , eletto con due punti di vantaggio su Henrique Capriles Radonski di

Prima la Giustizia, partito di centro-sinistra, che contesta le elezioni, il cui esito viene però ratificato dal Consiglio Nazionale Elettorale (CNE). Si ufficializza la vittoria di Nicolás Maduro e la sua elezione alla Presidenza della Repubblica con il 50,78% dei voti contro il 48,95% dello sfidante.
Va specificato che da più parti vi sono state proteste per diverse irregolarità del procedimento elettorale, tra cui: A) mancanza di competenza da parte dell’Assemblea nazionale costituente nell’indire le elezioni. B) impedimento della partecipazione dei partiti politici d’opposizione (Prima la Giustizia, Azione Democratica e Volontà Popolare) e la mancanza di tempo per le normali procedure organizzative elettorali.

Per questo motivo, l’ONU, l’Unione europea, l’Organizzazione degli Stati americani, il Gruppo di Lima e alcuni Stati come l’Australia e gli Stati Uniti hanno respinto il processo elettorale. Altri paesi come Cina, Cuba, Iran, Corea del Nord, Russia, Siria, Turchia hanno invece riconosciuto il risultato elettorale.

I principali candidati oppositori di Maduro hanno rifiutato i risultati, affermando che l’elezione ha presentato vizi di regolarità. In un modo o nell’altro, il tutto è evidentemente rientrato, continuando a sobbollire, in attesa di inciampi ed eventi futuri, che non sono tardati.

Nel 2018 si passerà al secondo mandato presidenziale di Maduro
Già nel primo (2013-2018), erano emersi gravi problemi economici, derivanti -secondo gli oppositori- dalle politiche economiche di Chávez.  Si è arrivati alla situazione estrema: razionamenti e scarsità di generi di prima necessità.
Maduro ha intanto accusato i servizi segreti stranieri di fomentare un golpe contro di lui o di volerlo assassinare. In effetti, egli sarà obiettivo di un attentato tramite drone, con 7 feriti e Maduro illeso.

La situazione economica, accuse di corruzione e cattiva gestione del governo del paese, hanno portato a forti proteste popolari, già nella seconda metà del 2013, poi nel 2014: varie le vittime e i feriti. Il governo nega.

Il secondo punto: Maduro all’interno del biennio 2013-2015, governa in due periodi, grazie ad una cosiddetta «Legge Abilitante», che dà al Presidente il potere di emanare leggi senza l’approvazione del Parlamento.

Il terzo punto: Nel 2017 la procuratrice generale del Venezuela Luisa Ortega Díaz ha promosso davanti alla Corte Suprema un’azione nei suoi confronti, con l’accusa di aver violato l’ordine costituzionale e sovvertito il sistema democratico. La procuratrice -in seguito alle accuse- è stata rimossa dall’Assemblea Costituente, in cui Maduro ha la maggioranza. Sentendosi in pericolo di vita, Luisa Ortega Díaz ha immediatamente abbandonato il Venezuela, trasferendosi in Colombia, a Bogotà.

Nel 2017, assieme ad alcuni ministri del suo governo, Maduro è stato inoltre denunciato dalla stessa Luisa Ortega Díaz, alla Corte penale internazionale per aver assassinato (negli anni 2015 – 2017) circa ottomila persone, nonché attuato la tortura, la detenzione arbitraria, la violazione di domicilio e la sottoposizione di civili al giudizio di tribunali militari, per ragioni politiche.

Di tutto questo, non si sente parlare da tv e giornali, almeno in Italia. Vi sono giusto notizie in rete web. Ma di tutto questo, da tempo si sarebbe dovuto parlare, a partire dal dopo Chavez, per appurare verità e consolidate realtà.
Certamente è scorretto balzare sulla scena con la notizia che Guaidò “si è autoproclamato” presidente ad interim del Venezuela, senza spiegare il grado di credibilità sia di Maduro, sia di Guaidò, nonché gli eventi precedenti. E senza spiegare chiaramente che l’Assemblea Nazionale (il Parlamento Venezuelano) l’Assemblea nazionale, l’organo democratico legittimo del Venezuela, appoggia e sostiene Guaidò, egli stesso espressione e frutto di tale Assemblea, i cui poteri devono essere ripristinati e rispettati nella legalità e nella democrazia, comprese le prerogative e la sicurezza dei suoi componenti.

Alois Walden Grassani

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