Il gabbiano si posò proprio vicino al bambino e lasciò cadere nelle mani di Joel una conchiglia bianca che aveva all’interno una scritta poco chiara.
Intanto arrivò di nuovo la notte e il piccolo Joel, approfittando del fatto che tutti dormissero, tirò fuori dalla sua tasca la conchiglia e la pulì in mare.
La scritta allora, alla luce della luna, apparve chiara: “Atrebil”
Appena pronunciò quella parola, Joel si trasformò in un piccolo pesciolino.
All’inizio era spaventato ma poi, cominciando a nuotare, si tranquillizzò.
Poi “boccheggiò” di nuovo la parola magica “Atrebil” e tornò bambino, anche se si ritrovò in acqua.
Una notte più avanti, il mare cominciò ad arrabbiarsi e le onde alte fecero ribaltare la barca. Joel ebbe subito la prontezza di pronunciare la parola magica e – trasformandosi in un pesciolino – riuscì a non annegare, cosa che invece successe ad alcuni suoi compagni di viaggio.
Allora Joel il pesciolino cominciò a nuotare e, appena si accorse di una grande nave che stava arrivando vicino a lui, pronunciò la parola “Atrebil” e si trasformò nuovamente in bambino.
Così la grande nave lo salvò.
Joel ora è diventato un adulto, ma non ha dimenticato quella esperienza, tragica e magica allo stesso tempo.
Ora fa parte anche lui di quei volontari che aiutano i migranti, i rifugiati e le persone in cerca di aiuto. E conserva ancora la sua conchiglia.
Ha capito che quella parola magica, letta al contrario, non è altro che “Libertà”.
Lui è stato fra i pochi fortunati ad aver avuto la possibilità di vivere in un posto che ha rispetto per la libertà, quella stessa libertà che nel suo Paese di origine gli sarebbe stata negata.
E aiutare gli altri a riconquistare la libertà lo aveva aiutato a diventare un adulto migliore”.
Giulio Peretti, 14 anni
Rif.: RAIAWADUNIA