French-made Leclerc tanks of the Saudi-led coalition are deployed on the outskirts

Armi di Francia e Italia sullo Yemen

Armi di Francia e Italia sullo Yemen

Una nota confidenziale della Difesa di Parigi svela il massiccio utilizzo di armi francesi da parte della coalizione guidata dall’Arabia Saudita nella guerra in Yemen. Ne parla il sito investigativo Disclose.

E’ un documento di quindici pagine redatto dall’Intelligence militare francese: Ne emerge in dettaglio la vendita di armi francesi ai Sauditi e agli Emirati.

Inviato al presidente della Repubblica francese Emanuel Macron il 3 ottobre 2018 in occasione di un consiglio ristretto della difesa tenutosi all’Eliseo, è stato consultato dal ministro delle Forze Armate, Florence Parly, dal Primo ministro Edouard Philippe e dal ministro per gli Affari Esteri e per l’Europa, Jean-Yves Le Drian. 

Una fuga di informazioni  (da documenti qualificati del ministero della Difesa francese rivelata su Yemen Papers), descrive il massiccio uso di armi di fabbricazione francese nella guerra da quattro anni in corso nello Yemen. Il 25 settembre 2018, armamenti francesi sono stati utilizzati dalla coalizione saudita in Yemen, contraddicendo così la posizione del governo di Parigi, che ha sempre affermato che le armi prodotte in Francia vengono utilizzate dall’Arabia Saudita e dagli Emirati arabi, solamente a scopo di difesa. In un’intervista del gennaio scorso, Florence Parly ha sottolineato nuovamente di non essere assolutamente a conoscenza del fatto che armi  francesi vengano impiegate direttamente nel conflitto. E ha aggiunto: “ I nostri equipaggiamenti sono stati venduti per proteggere i territori sauditi da attacchi balistici yemeniti”. E Le Drian ha ribadito. “Rispettiamo i nostri impegni sul commercio di armi”.

Il documento dell’Intelligence francese smentisce categoricamente le affermazioni del governo: quarantotto cannoni Caesar – prodotti dalla Nexter, società di proprietà dello Stato – sono posizionati al confine saudita-yemenita e sono in grado di sparare quarantadue proiettili al minuto in un raggio di quarantadue chilometri. Secondo Disclose, tra marzo 2016 e dicembre 2018 sarebbero stati uccisi trentacinque civili, in cinquantadue bombardamenti localizzati nel campo d’azione dei cannoni. I dati si basano su informazioni fornite dall’ONG Acled (Armed Conflict Location and Event Data Project), che relaziona  sui civili uccisi da colpi di artiglieria.

I carri armati Leclerc, dotati di munizioni francesi, sono stati avvistati in Yemen e utilizzati in posizione difensiva in diversi luoghi, tra cui anche Aden, nel sud del Paese. Nel novembre 2018 i Leclerc hanno partecipato alla battaglia di Al-Ḥudayda dove avrebbero perso la vita cinquantacinque civili.

Sempre secondo Yemen Papers, i dispositivi di avvistamento, fabbricati dal gruppo Thales – società francese d’elettronica specializzata nell’aerospaziale, nella difesa, nella sicurezza e nel trasporto terrestre – forniscono le forze armate saudite; i Mirage 2000-9 potrebbero essere utilizzati nel conflitto in Yemen. Inoltre, una fregata di fabbricazione francese partecipa al blocco navale, mentre una corvetta lanciamissili appoggia anche le operazioni terrestri in suolo yemenita.

Disclose rivela e sostiene che la Francia avrebbe firmato nuovi contratti con il regno arabo Wahabita lo scorso dicembre, contratti che prevedono forniture di automezzi blindati e cannoni tra il 2019 e 2024.

Grazie al supporto logistico degli Stati Uniti, la coalizione ha messo a segno oltre diciottomila raid nelle aree controllate dagli Houthi, uccidendo e ferendo migliaia e migliaia di persone e lasciando dieci milioni di cittadini allo stremo. Gli Houthi sono un gruppo armato prevalentemente sciita zaydita dello Yemen, nato nell’ultimo decennio del XX secolo ma attivo, in funzione anti-governativa, nel corso del XXI secolo. Hanno dato vita a un’organizzazione armata che si è definita Partigiani di Dio o Gioventù credente. 

 Secondo la ONG Save the Children, quattordici milioni di persone sarebbero sull’orlo della carestia, tra loro 1,5 milioni di bambini. E, sempre secondo le stime della stessa ONG, ottantacinquemila bimbi sarebbero già morti di fame dall’inizio del conflitto.

 

Bombe-MK841 prodotte a Domusnovas, Sardegna, dalla RWM ITALIA

Le responsabilità dell’Italia: esporta bombe prodotte in Sardegna dalla RWM Italia, azienda del gruppo tedesco Rheinmetall, con sede a Ghedi (BS) e stabilimento a Domusnovas in Sardegna. Esporta verso il regno Wahabita. La Costituzione italiana (art.11) ripudia la guerra come strumento di offesa e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; ancor più dettagliatamente, la legge 185/1990 vieta di fatto l’esportazione di armamenti verso Paesi in stato di conflitto armato. Certamente, l’Arabia saudita lo è, vista la sua presenza attiva nello Yemen.

In un recente articolo di Giorgio Beretta, ricercatore dell’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere (OPAL) di Brescia, ha precisato che anche nel 2018, secondo i dati del commercio estero dell’ISTAT, si evince che nel 2018 sono partiti “munizionamenti” dal porto di Cagliari alla volta di Riyad. Certamente “si tratta di forniture comprese nelle licenze rilasciate dal governo Renzi, in quanto le consegne vengono fatte in più anni. Ora, bisogna attendere la relazione del Presidente del Consiglio, per sapere se sono state rilasciate nuove licenze per l’esportazione di questi ordigni, dal governo Conte”. (Pubblicato su “Unimondo”).

Rif.: Cornelia Toelgyes per Africa-Express
         Yemen Papers
         Unimondo
         Disclose
         Save the Children
         OPAL
         Raiawadunia

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