E ancora, dalla sentenza della Cassazione: ”La manifestazione di carattere fascista era rivolta ai defunti, in segno di umana pietà, senza alcuna finalità di restaurazione fascista e nazionalsocialista”. Devo dire che trovo sorprendente questa capacità della giudice di addentrarsi nella psicologia e nella presunta buona fede di fascisti urlanti.
La sentenza si pone in continuità con quella analoga del 2018 (tribunale di Cagliari, giudice Nespoli). Insomma: l’apologia di fascismo non è più un reato, mancando il presupposto del pericolo reale del ritorno del fascismo. Pericolo che, quando è stata scritta la costituzione, era vero. Quindi, impedire gesti, canzoni e simboli del ventennio poteva avere un senso. Oggi non più. Su questa scia, si stanno lanciando organi di stampa “di settore”, blogs e coloro i quali soffrono di nostalgie che inducono a fare pericolosi passi indietro. Va fatta un’osservazione: a tutti questi illuminati (giudici, politici, intellettuali, giornalisti, ma anche cittadini “semplici”) non viene in mente che, se non vi è un reale pericolo di un ritorno al fascismo (ammesso che ciò sia vero), lo si deve ANCHE a quanto fatto sino ad oggi grazie alla Costituzione, alla legiferazione? E non viene in mente che gli attacchi culturali degli ultimi 50 anni ci mettono nuovamente in pericolo? E che la situazione è talmente in precario equilibrio culturale, da far anche pensare al peggio
Entrando ancor più nel merito e considerando la mentalità di coloro che coltivano fanatismi ideologici e dittatoriali, dobbiamo dunque attendere che vi siano atti terroristici o violentemente fascisti? Eppure abbiamo già avuto esperienze in merito! E vediamo quotidianamente conquiste ideologiche, verbali, politiche, fattuali e sociali, da parte dei vari lotti fascisti, sin qui abbondantemente sdoganati. La conclusione in merito, dunque è: non vi è alcuna necessità che la magistratura –di fatto, seppure involontariamente- incoraggi e rinfocoli simili atteggiamenti.
Contrariamente, ci vien da pensare che, in occasione di un incontro commemorativo delle vittime dei rituali del cannibalismo (in ambito universitario di antropologia culturale), saremo tutti autorizzati a danze ed inni tipici delle tribù e della mentalità di Jean Bedel Bokassa, dittatore militare centrafricano, presidente della Repubblica Centrafricana e poi imperatore dell’Impero Centrafricano, noto per i suoi rituali cannibalistici.