Vorrei prendere Brunetta, Rubbia e gli altri turnificatori della normalizzazione. Li inviterei, li porterei a vivere almeno un periodo in Antartide, per verificare che sì, è vero: esiste il cambiamento climatico.
E i nostri scienziati guardano altrove. E lo fanno i nostri politici, dediti a mantenere i precari equilibri da loro stessi creati. E intanto il popolo italiano, il popolo europeo, quello americano non riescono a sollevare lo sguardo dai loro problemi del quotidiano. Ed altri popoli ancor meno agiati non riescono a guardare altro che nella loro ciotola vuota, o nel bidone della spazzatura, dal quale estraggono un’insalata o un residuo di una pizza, per i quali -nella baracca- i bambini faranno festa.
Giusto un manipolo di ricercatori, solo dopo tre anni dall’avvenimento, riesce a sapere e a far sapere che è affondato un ghiacciaio in Antartide. E sono affogati pinguini imperatore: migliaia di pinguini imperatore. E’ quanto ha scoperto una squadra di ricercatori del British Antartic Survey (Bas), l’organizzazione governativa britannica che si occupa di ricerca e divulgazione scientifica sull’Antartide. L’episodio è realmente accaduto, più o meno nel 2016.
Non sapevano ancora nuotare, così migliaia di pinguini imperatore sono morti affogati dopo lo scioglimento anticipato dello strato di ghiaccio sul quale erano si erano stabiliti nel mare di Weddell, vasta area dell’Oceano Atlantico a ridosso dell’Antartide.