Comunque, “Il ddl Salva mare –spiega Stefano Ciafani, presidente di Legambiente– è un tassello importante nella lotta all’inquinamento dai rifiuti che colpisce pesantemente il mare, una sfida mondiale a cui l’Italia sta dando il proprio contributo anticipando spesso gli altri paesi europei”.
“Quella della plastica in mare è un’emergenza planetaria, dobbiamo affrontarla adesso, non si può rinviare. L’Italia, che è bagnata per due terzi dal mare, vuole essere leader nella soluzione: appena la Direttiva europea sulla plastica monouso sarà pubblicata, approveremo anche noi la legge per dire stop al monouso”, chiosa il ministro Costa.
La pensa diversamente Greenpeace: “È chiaro che per risolvere il problema della plastica in mare non si può fare affidamento solo sulle attività dei pescatori. E’ poi preoccupante e rischioso pensare di certificare come sostenibile un’attività di pesca solo perché i pescatori hanno recuperato rifiuti in mare, come previsto dalla legge“.
Facendo riferimento alla pesca a strascico, allarga il discorso e dice: “Ha come conseguenza anche la produzione di una quantità copiosa di rifiuti. È certamente un bene che questi non vengano rigettati in mare, ma da qui a definire sostenibile questo tipo di pesca ce ne vuole: sarebbe una beffa nei confronti dei pescatori che veramente pescano in modo responsabile, e anche per i consumatori che rischiano di essere confusi da certificazioni poco chiare e affidabili. In più c’è il concreto rischio che i costi ricadano sulla collettività e non su chi produce i materiali in plastica, i primi responsabili dell’inquinamento marino derivante da questo materiale”.
L’unica strada, per Greenpeace, sarebbe quella di abbinare al provvedimento, l’introduzione di meccanismi stringenti di Responsabilità Estesa dei Produttori (EPR).
“Si tratta di uno strumento di politica ambientale con il quale la responsabilità del produttore di un bene e i relativi costi di smaltimento sono estesi alla fase del post-consumo del ciclo di vita di un prodotto, come stabilito dalla Direttiva Europea sulla plastica monouso appena approvata. Servono interventi alla radice del problema che riducano drasticamente l’immissione al consumo di plastica, principalmente usa-e-getta”, conclude Serena Maso, della campagna Mare di Greenpeace Italia.
A tutto ciò, si aggiunge la voce del centro Artistico Ecologico Erehwon di Bologna, che intende festeggiare il suo 45° compleanno, inviando una richiesta al ministro Costa, per l’estensione della libertà di ripulitura acquatica, anche ai piccoli e grandi fiumi del territorio italiano, particolarmente nei periodi di secca, che si manifestano sempre più frequenti nell’arco dell’anno.