Conte a S.Giovanni a Teduccio
Delusione e superficialità
Sfogliamo varie fonti giornalistiche e scopriamo una nota di delusione, di dolore, scritta a più mani da vari personaggi, a cominciare da Paolo Siani, medico pediatra, fratello del Giornalista Giancarlo Siani vittima di camorra; Paolo Siani, oggi è anche deputato PD.
L’avvenimento e gli scritti sono del 18 Giugno 2019.
Speriamo che -proprio mentre Salvini si è dato la zappa sulle caviglie e si cerca di non buttare all’aria la possibilità di un nuovo governo- questo sia un “pezzetto si storia” superato dai tempi e dall’evoluzione dello stesso Giuseppe Conte. Ma anzitutto vediamo che cosa è accaduto.
“Il Presidente del Consiglio è arrivato a San Giovanni a Teduccio (Napoli), presso il polo universitario Federico II, poi presso l’Associazione Figli in Famiglia, diretta dalla mia amica Carmela Manco, invitato da Sandro Ruotolo per la presentazione del rapporto sulla camorra a Napoli est”. Vi sono state accese contestazioni, soprattutto a seguito di un’affermazione di Giuseppe Conte: “Questo governo cerca di affrontare sin dalle origini i flussi migratori. Ho chiarito sin dall’inizio il fatto che il problema della migrazione non è quello dello sbarco, che è solo un frammento del fenomeno”.
Una partecipante si è espressa molto chiaramente e non in politichese: “Togliamo i nostri governi dai Paesi Meiorientali! Li sfruttano! Ci siamo mangiati il sangue dell’Africa e del Medioriente. Così si combatte l’immigrazione, non lasciandoli morire o ammazzandoli in mare!”
Incredibile la risposta di Giuseppe Conte: ”Se lei dice che li lasciamo morire in mare, lei fa disinformazione. Non è informata. Questo governo non ha mai lasciato volontariamente che un migrante morisse in mare, ha sempre rispettato i diritti della persona, ha sempre soccorso anche nei momenti di massima crisi”.
Riprende e replica la signora che ha lanciato il tema e le accuse: “Noi siamo umani, a differenza di Salvini e di chi ci governa!”
La situazione è stata riportata a toni più pacati dal giornalista Sandro Ruotolo, moderatore e promotore dell’incontro. Quando però Conte è uscito dalla sede della Onlus ospitante, è stato avvicinato da un giovane che gli ha chiesto ripetutamente quale impegno concreto volesse prendere per Napoli. Il ragazzo è stato fermato dalla polizia, perquisito e portato in questura per accertamenti.
Da annotare anche la richiesta di Carmela Manco, presidentessa di Figli in Famiglia, onlus che lavora con i minori a rischio di San Giovanni a Teduccio: “Non si dimentichi di noi, presidente. Non riduca questa visita all’ennesima passerella. Parli di noi ai suoi ministri e dica loro che se vogliono vedere la vita devono guardare negli occhi i nostri bambini, che hanno avuto solo la sfortuna di nascere in un territorio disagiato“.
Lo stesso Paolo Siani ha scritto: ”È stato un pomeriggio triste e ne esco con la sensazione che la politica è senza speranza”.
Di fronte a centinaia di persone che ogni giorno lottano contro il degrado sociale e i clan della camorra, qui dove uomini e donne di buona volontà organizzano dal basso piccole comunità di solidarietà e sostegno alle famiglie e ai loro bambini, davanti a molti familiari di vittime innocenti della criminalità, ebbene il Presidente del Consiglio ci viene a raccontare che“la camorra è un dato strutturale della città di Napoli e di tutto il Sud”. E quindi non è possibile lottare per vivere in una città senza le camorre. E il lavoro, quello che dà libertà e dignità agli uomini e alle donne delle nostre città, è senza alcuna prospettiva nell’agenda di questa politica. Qui, dove si vive la solidarietà come unica arma di sopravvivenza, il Presidente del Consiglio ci viene a raccontare che questo governo non ha mai lasciato morire nessun immigrato. E che quello che manca sono politiche e percorsi di integrazione. Come se le norme restrittive agli immigrati del decreto sicurezza bis, presentato dal ministro dell’interno, fosse di un altro paese europeo e non dell’intero governo italiano.
Cosa dire. Provo tanto rispetto per le mamme e i papà e i tanti volontari delle decine di associazioni del territorio che si aspettavano almeno una parola di Politica, di quella che progetta le soluzioni dei problemi delle persone, di quella politica che sa far sognare, sa aprire nuovi scenari, sa dare speranze ai cittadini. Ma questa sera. davvero questa politica non da speranza.
Peccato…”.
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