Al di là dei sospetti di ciascun essere umano in grado di porre un discrimine di fronte ai casi della vita, ora ne parlano e ne scrivono diversi studi. Fra questi, uno del Massachusetts Institute of Technology (il famosissimo Mit).
In Italia, peraltro, l’associazione di produttori di grano duro del Sud Italia -GranoSalus- promuove autonomamente l’analisi chimica sui prodotti derivati dal grano (pasta, pane e farina). Ed essendo rese pubbliche, ora sappiamo meglio -e finalmente- quale pasta e pane mangiare. E, soprattutto, quali mai più acquistare.
E’ ufficiale: i derivati del grano al glifosato sono dannosi alla salute umana. Non ci voleva la laurea per capirlo, con un po’ di buon senso e di esperienza: la Monsanto e i suoi accoliti spargevano Round up (glifosato), che è un pericolosissimo erbicida. Nel contempo, insegnavano a funzionari, agronomi e contadini, consorzi (proprio quelli che il grano “sporco” non lo vogliono, perché deve essere ben erbicizzato), a sindaci, assessori e politici. Davano precise istruzioni: dovevano parlare non di erbicida, non di diserbante (parole ormai tabù) bensì di “sale disseccante”. E bravi! Ora però -e da tempo- il Massachusetts Institute of Technology (Mit), per bocca di ricercatori scientifici quali Anthony Samsel e Stephanie Seneff mette tutti in guardia: il glifosato presente nella pasta e nel pane può provocare malattie gravi: il diabete, l’obesità, asma, morbo di Alzheimer, sclerosi laterale amiotrofica (Sla), e il morbo di Parkinson. Grandi scene del crimine sono i supermercati. Mandanti sono la Monsanto, i suoi colleghi e sicari, mentre le “pallottole intelligenti” sono grani duri canadesi, nonché quelli dei Paesi dell’Est, traboccanti glifosato. Ma anche quelli italiani, che “devono” essere abbondanti e “ben puliti dalle erbe”. Che adesso non si faccia finta di nulla: anche l’Italia è un gran bel mercato per Monsanto & C.
Quando parliamo di pasta, ci riferiamo a quella dei grandi marchi, per lo più promossa in maniera incessante ed asfissiante sui vari media. Ebbene, attenzione, perché questa pasta prodotta con i grani pieni di glifosato può provocare danni seri al nostro organismo.
Leggiamo insieme cosa scrive il dott.Stephen Frantz (sito Beyondpesticides.org), chirurgo nel Long Island (USA).
“Quando una cellula sta cercando di formare le proteine, può afferrare il glifosato invece della glicina e formare una proteina danneggiata. Dopo di che è IL CAOS MEDICO. Dove il glifosato sostituisce la glicina, la cellula non può più comportarsi come al solito, provocando conseguenze imprevedibili con molte malattie e disturbi conseguenti”. Si chiama Mutamento Genetico, che va ad accumularsi a quello provocato da altre mutazioni chimiche, pericoloso cavallo di battaglia degli ultimi 60 anni.
La notizia dello studio messo a punto dagli scienziati del Massachusetts Institute of Technology (Mit) arriva proprio quando un nutrito gruppo di produttori di grano duro del Sud Italia, stanchi di subire i prezzi imposti dalle multinazionali (in particolare, dal Chicago Board of Trade, il più importante mercato mondiale di cereali), ha deciso di passare al contrattacco per informare direttamente i cittadini. E dire che molti medici (i primari Pecchiai, Sensale, Berrino ed altri ancora -molti altri- come Carlo Guglielmo, Nevio Sfiligoi), studiosi e medici internazionali (Angela Cattro, Herman Aihara, Noboru Muramoto, Michio Kushi, Adelbert Nelissen, Bill Tara, Ferro Ledvinka, Fiore Bertieri Donarski e anche il sottoscritto) avevano messo in guardia dalla chimica nel piatto ! Tuttavia, per decenni la verde penisola si dette da fare per rendere chimica l’agricoltura. Il risultato fu l’inquinamento delle falde acquifere, l’aumento esponenziale dei contadini morti per cancro e quindi -con grave ritardo- il tentativo di una agricoltura biologica, peraltro e spesso falsa, finta ed edulcorata.
Per ora, lo ricordiamo, i cittadini non sono informati o sufficientemente dinamici in merito. Tutti acquistano la pasta nei supermercati, ma non si sa con che grano duro è stata prodotta tale pasta. Ebbene, i produttori di grano duro del Sud Italia (soprattutto della Puglia, della Sicilia e della Basilicata) hanno dato vita a un’associazione – GranoSalus – e hanno effettuato analisi chimiche su tutti i derivati del grano: pasta, pane e via continuando. E si stanno così rendendo noti, sulla rete, i risultati di tali analisi.
Grano Italiano 100% può NON significare nulla, anche se viene dal Tavoliere della Puglia o dallaVal d’Orcia, Patrimonio abusato dell’Umanità, a targa Unicef.