Negli anni ’50/’60, tutto era fatto a mano e la salute della gente e del Pianeta era abbastanza buona. Ma già si profilavano novità: il mais bianco, la polenta bianca, le anatre d’allevamento (cui si spezzavano le zampe al minimo inciampo). Oggi, nel secondo millennio, tutto è cambiato: animali nei capannoni soffocano nelle loro feci, maiali cinesi vivono in grattacieli di tredici piani, dotati di aria forzata. Piante ed animali mostruosamente modificati geneticamente. Sembra di vivere un film dell’orrore. Oggi, 2019, gli apicoltori del Piave denunciano la morte di migliaia di api ogni anno: rispetto al passato, forse diminuiscono, perché sono quasi sterminate dalle precedenti annate, moderne piaghe d’Egitto. “E’ l’uso dei pesticidi”, particolarmente quelli a base di neonicotinoidi. Ma non solo di quel tipo. E non è la prima volta che succede. Nel 2018 erano stati trovati morti 60mila impollinatori.
10mila api sono state ora ritrovate morte a Musile, comune veneto tra i fiumi Piave e Sile. Gli apicoltori denunciano l’uso di diserbanti spruzzati vicino a fossati e corsi d’acqua, che inquinano fiori ed erba e di conseguenza anche le api, che perdono l’orientamento, a stento riescono ad avviarsi verso la loro casa, per poi morire in massa davanti a ciascun alveare.
300.000 corpicini esanimi sono stati contati a giugno 2022. Si parla persino di avvelenamento doloso: sì, ma ad opera dolosa di fabbriche, distributori e fruitori di pesticidi.