Save the Night

Il mio occhio s’innalza verso l’eterna volta del cielo,
verso di te, splendente astro della notte 
e dalla tua eternità discende l’oblio 
di tutti i desideri, di tutte le speranze; 
il senso si perde in questa visione. 
Quel che dicevo «mio» svanisce,
io mi abbandono nell’immenso: 
sono in quello, sono tutto, sono solo quello.

 

Da “Eleusi” di Hegel

La Via Lattea splende sui monti del Teton Range, Babak Tafreshi

Un proverbio persiano dice: “La notte nasconde un mondo, ma rivela un universo”. Babak Tafreshi, artista e giornalista scientifico iraniano, fotografa cieli notturni per riconnettere le persone a questo universo che abbiamo perduto: l’80% della popolazione mondiale, infatti, non vede più la Via Lattea dal luogo in cui vive, a causa dell’inquinamento luminoso.

Pensiamoci: è come non vedere più una montagna o un lago, ossia una parte del paesaggio naturale che fa parte delle nostre origini. Molte persone, non più abituate a guardare il cielo nel buio più completo, chiedono a Babak se le sue foto siano ritoccate. In realtà sono frutto di una singola esposizione, scattate principalmente con una fotocamera impostata per l’astrofotografia – più sensibile alla parte rossa dello spettro visibile- e obiettivi molto luminosi. Nei parchi naturali, come il Grand Teton National Park in foto, o nelle zone protette del mondo, è ancora possibile vedere il cielo notturno naturale, quel grande tetto eterno che sovrasta e unisce tutto il pianeta.

 

A cura di Ester Giamberini

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