Un proverbio persiano dice: “La notte nasconde un mondo, ma rivela un universo”. Babak Tafreshi, artista e giornalista scientifico iraniano, fotografa cieli notturni per riconnettere le persone a questo universo che abbiamo perduto: l’80% della popolazione mondiale, infatti, non vede più la Via Lattea dal luogo in cui vive, a causa dell’inquinamento luminoso.
Pensiamoci: è come non vedere più una montagna o un lago, ossia una parte del paesaggio naturale che fa parte delle nostre origini. Molte persone, non più abituate a guardare il cielo nel buio più completo, chiedono a Babak se le sue foto siano ritoccate. In realtà sono frutto di una singola esposizione, scattate principalmente con una fotocamera impostata per l’astrofotografia – più sensibile alla parte rossa dello spettro visibile- e obiettivi molto luminosi. Nei parchi naturali, come il Grand Teton National Park in foto, o nelle zone protette del mondo, è ancora possibile vedere il cielo notturno naturale, quel grande tetto eterno che sovrasta e unisce tutto il pianeta.
A cura di Ester Giamberini